ROMA (ITALPRESS) – “Rispetto alla transizione digitale presente nel PNRR, nella Pubblica amministrazione esiste un problema culturale più che di risorse finanziarie”. Ad affermarlo il segretario generale di Confintesa, Francesco Prudenzano, nel corso dell’audizione informale tenutasi presso le Commissioni Affari Costituzionali e Ambiente riunite in seduta comune in merito al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza in discussione alla Camera dei Deputati. “Tra la dirigenza dello Stato – continua Prudenzano – vige, prevalentemente, una cultura del Diritto che da sola non può più rispondere alle esigenze tecnologiche necessarie per lo snellimento della burocrazia. La transizione digitale nella Pubblica amministrazione va affrontata armonizzando le diverse competenze che sono necessarie per far funzionare la macchina dello Stato con funzioni proprie affidate ad una dirigenza informatica in grado di trasferire, digitalmente, le competenze proprie del Diritto”.
“Se non si cambia la cultura della gestione degli uffici, gli investimenti finanziari, per quanto consistenti possano essere, saranno sempre insufficienti a raggiungere gli obiettivi prefissati e nella PA rimarranno sempre i punti di caduta che ne hanno impedito lo sviluppo – sottolinea Prudenzano -. Solo attraverso questo cambio di cultura verranno incrementati qualità e pluralismo nella P.A. Per quanto attiene le risorse per le nuove competenze che riguardano anche il settore privato, dobbiamo rilevare che, per ora, ci sono fenomeni legati ad accordi che servono solo a risolvere problemi contingenti all’interno delle aziende senza nessuna prospettiva per le nuove competenze”.
“I dati ANPAL – conclude Prudenzano – ci dicono che questi accordi non assicurano il futuro per queste nuove competenze. Il pericolo è che le risorse si utilizzino solo per avere finanziamenti dove le competenze e la formazione sono affermazioni presenti solo sulla carta ma che non portano nessun vantaggio concreto al processo di sviluppo necessario per la ripresa dell’economia”.
(ITALPRESS).
“Se non si cambia la cultura della gestione degli uffici, gli investimenti finanziari, per quanto consistenti possano essere, saranno sempre insufficienti a raggiungere gli obiettivi prefissati e nella PA rimarranno sempre i punti di caduta che ne hanno impedito lo sviluppo – sottolinea Prudenzano -. Solo attraverso questo cambio di cultura verranno incrementati qualità e pluralismo nella P.A. Per quanto attiene le risorse per le nuove competenze che riguardano anche il settore privato, dobbiamo rilevare che, per ora, ci sono fenomeni legati ad accordi che servono solo a risolvere problemi contingenti all’interno delle aziende senza nessuna prospettiva per le nuove competenze”.
“I dati ANPAL – conclude Prudenzano – ci dicono che questi accordi non assicurano il futuro per queste nuove competenze. Il pericolo è che le risorse si utilizzino solo per avere finanziamenti dove le competenze e la formazione sono affermazioni presenti solo sulla carta ma che non portano nessun vantaggio concreto al processo di sviluppo necessario per la ripresa dell’economia”.
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