BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – “In alcuni Stati la situazione si sta avvicinando a quella di marzo, e per noi è preoccupante. Questa potrebbe essere la nostra ultima occasione di evitare di ripetere ciò che è successo in primavera”. Lo ha detto Stella Kyriakides, commissaria europea per la Salute e la sicurezza alimentare, nella conferenza stampa di presentazione della nuova valutazione del rischio del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC).
“Siamo a un momento decisivo, e ognuno di noi deve agire usando gli strumenti che ha a disposizione”, ha continuato Kyriakides, presentando i dati che mostrano come i contagi da coronavirus siano tornati a crescere da agosto in poi, in particolare in alcuni Stati membri dell’Unione. La Commissione ha sottolineato come sia fondamentale il ruolo proprio degli Stati, che devono migliorare il tracciamento dei contatti, le modalità e i numeri dei test effettuati, e infine garantire un adeguato accesso agli strumenti richiesti dal personale sanitario. “Non possiamo abbassare la guardia: non abbiamo superato la crisi, lo dicono i numeri”, ha concluso Kyriakides.
Sulla stessa linea d’onda anche Andrea Ammon, direttrice dell’ECDC: “Stiamo monitorando una preoccupante crescita dei casi di persone infettate in Europa. La pandemia non è affatto finita, e tutti quanti devono sforzarsi di mantenere il distanziamento, lavarsi le mani e stare a casa se si sentono poco bene”, ha specificato Ammon.
L’ECDC ha chiarito che la situazione non è uguale per tutti i Paesi dell’Unione: alcuni sono stati capaci finora di tenere sotto controllo la crescita dei casi, altri hanno visto infettarsi principalmente i giovani, in altri ancora invece a preoccupare sono le morti delle persone più anziane.
(ITALPRESS).
“Siamo a un momento decisivo, e ognuno di noi deve agire usando gli strumenti che ha a disposizione”, ha continuato Kyriakides, presentando i dati che mostrano come i contagi da coronavirus siano tornati a crescere da agosto in poi, in particolare in alcuni Stati membri dell’Unione. La Commissione ha sottolineato come sia fondamentale il ruolo proprio degli Stati, che devono migliorare il tracciamento dei contatti, le modalità e i numeri dei test effettuati, e infine garantire un adeguato accesso agli strumenti richiesti dal personale sanitario. “Non possiamo abbassare la guardia: non abbiamo superato la crisi, lo dicono i numeri”, ha concluso Kyriakides.
Sulla stessa linea d’onda anche Andrea Ammon, direttrice dell’ECDC: “Stiamo monitorando una preoccupante crescita dei casi di persone infettate in Europa. La pandemia non è affatto finita, e tutti quanti devono sforzarsi di mantenere il distanziamento, lavarsi le mani e stare a casa se si sentono poco bene”, ha specificato Ammon.
L’ECDC ha chiarito che la situazione non è uguale per tutti i Paesi dell’Unione: alcuni sono stati capaci finora di tenere sotto controllo la crescita dei casi, altri hanno visto infettarsi principalmente i giovani, in altri ancora invece a preoccupare sono le morti delle persone più anziane.
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