TORINO (ITALPRESS) – I Carabinieri di Torino hanno eseguito un provvedimento nei confronti di tre individui, due gia’ detenuti, ritenuti responsabili di concorso in furto aggravato e detenzione di materiale esplodente.
Il provvedimento arriva a conclusione delle indagini su un gruppo che avrebbe messo in atto una serie di furti ai danni di sportelli bancomat di istituti bancari e uffici postali, con l’impiego di ordigni esplosivi artigianali nelle province di Torino e Cuneo. Due dei destinatari del provvedimento erano gia’ in carcere dal 14 novembre scorso perche’ arrestati in flagranza per un assalto a un Postamat di Garessio (Cuneo). Per il terzo e’ scattato adesso l’obbligo di dimora. Al gruppo vengono contestati cinque furti ai danni sportelli automatici di Poste Italiane e istituti di credito, e nove furti di auto, poi impiegate per commettere gli assalti agli ATM.
Fondamentale sarebbe stato l’apporto tecnico di un “consulente”, esperto di armi ed esplosivi, dipendente di una armeria, che avrebbe fornito una sostanza esplodente da miscelare a quella gia’ in possesso del gruppo, per garantire la massima potenza deflagrante con piccole quantita’ di materiale.
Gli ordigni venivano anche testati preliminarmente su vetri blindati di istituti di credito dismessi per valutarne l’efficacia. Nel corso delle indagini sequestrati chiodi a 4 punti, candelotti pirotecnici da svuotare per ricavarne polvere pirica, disturbatori di frequenze, bande chiodate, ordigni gia’ pronti.
(ITALPRESS).
Il provvedimento arriva a conclusione delle indagini su un gruppo che avrebbe messo in atto una serie di furti ai danni di sportelli bancomat di istituti bancari e uffici postali, con l’impiego di ordigni esplosivi artigianali nelle province di Torino e Cuneo. Due dei destinatari del provvedimento erano gia’ in carcere dal 14 novembre scorso perche’ arrestati in flagranza per un assalto a un Postamat di Garessio (Cuneo). Per il terzo e’ scattato adesso l’obbligo di dimora. Al gruppo vengono contestati cinque furti ai danni sportelli automatici di Poste Italiane e istituti di credito, e nove furti di auto, poi impiegate per commettere gli assalti agli ATM.
Fondamentale sarebbe stato l’apporto tecnico di un “consulente”, esperto di armi ed esplosivi, dipendente di una armeria, che avrebbe fornito una sostanza esplodente da miscelare a quella gia’ in possesso del gruppo, per garantire la massima potenza deflagrante con piccole quantita’ di materiale.
Gli ordigni venivano anche testati preliminarmente su vetri blindati di istituti di credito dismessi per valutarne l’efficacia. Nel corso delle indagini sequestrati chiodi a 4 punti, candelotti pirotecnici da svuotare per ricavarne polvere pirica, disturbatori di frequenze, bande chiodate, ordigni gia’ pronti.
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