GENOVA (ITALPRESS) – Momento clou al Festival della Comunicazione di Camogli questa mattina con Aldo Grasso e Pierluigi Pardo protagonisti davanti a un pubblico davvero interessato, tra cui un divertito Rosario Fiorello seduto in prima fila. Un’ora di discussione sulla tv di ieri e di oggi.
Stimolato da Pardo il critico televisivo ha sottolineato il ruolo dei programmi di maggior successo nella costruzione di una profonda identità nazionale. “Lascia o Raddoppia” su tutti, era capace di fermare l’intero Paese al giovedì sera, così come hanno fatto nel tempo i grandi eventi del mondo dello Sport.
Pardo (che quest’anno sarà il telecronista dei match clou della Champions su Canale 5 e del Campionato su Dazn) ha raccontato la sua passione per le telecronache e la vertigine straniante del calcio senza spettatori negli stadi. Un fenomeno in qualche modo simile all’assenza del pubblico negli studi televisivi dei talk show che secondo Grasso “ha portato gli ospiti a ragionare di più e cercare meno gli slogan a effetto con un conseguente miglioramento della qualità dei dibattiti”. “Nel lockdown – ha aggiunto Grasso – l’ascolto della tv è aumentato sensibilmente, invertendo la tendenza degli ultimi tempi”. Il critico televisivo si è poi soffermato sull’assenza delle seconde serate nella tv contemporanea che nel passato sono state invece un prezioso strumento di sperimentazione: “Negli ultimi anni a causa di esigenze economiche e di ascolti sono diventate rarissime ed è un vero peccato”, ha sottolineato.
(ITALPRESS).
Stimolato da Pardo il critico televisivo ha sottolineato il ruolo dei programmi di maggior successo nella costruzione di una profonda identità nazionale. “Lascia o Raddoppia” su tutti, era capace di fermare l’intero Paese al giovedì sera, così come hanno fatto nel tempo i grandi eventi del mondo dello Sport.
Pardo (che quest’anno sarà il telecronista dei match clou della Champions su Canale 5 e del Campionato su Dazn) ha raccontato la sua passione per le telecronache e la vertigine straniante del calcio senza spettatori negli stadi. Un fenomeno in qualche modo simile all’assenza del pubblico negli studi televisivi dei talk show che secondo Grasso “ha portato gli ospiti a ragionare di più e cercare meno gli slogan a effetto con un conseguente miglioramento della qualità dei dibattiti”. “Nel lockdown – ha aggiunto Grasso – l’ascolto della tv è aumentato sensibilmente, invertendo la tendenza degli ultimi tempi”. Il critico televisivo si è poi soffermato sull’assenza delle seconde serate nella tv contemporanea che nel passato sono state invece un prezioso strumento di sperimentazione: “Negli ultimi anni a causa di esigenze economiche e di ascolti sono diventate rarissime ed è un vero peccato”, ha sottolineato.
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