ROMA (ITALPRESS) – Secondo il Centro Studi Confindustria, la produzione industriale nel primo bimestre mostra una forte oscillazione. In gennaio si e’ avuto un incremento dell’1,9% dovuto sia a una ricostituzione delle scorte sia a un effetto base (si confronta con livelli molto bassi a dicembre derivanti dalla forte caduta rispetto a novembre); in febbraio si e’ rilevato un calo dello 0,5%, spiegato solo in minima parte dagli effetti delle misure di contenimento della diffusione, in Italia, del Covid-19. In particolare, l’impatto principale deriverebbe dalle interruzioni lungo le catene globali del valore a partire dalla Cina; l’effetto del blocco delle attivita’ nella zona rossa, invece, e’ limitato poiche’ ha inciso solo per pochi giorni (dal 23 febbraio) e ha interessato un’area ristretta. Le informazioni disponibili preannunciano un impatto piu’ significativo nella produzione industriale di marzo e, soprattutto, in quella del secondo trimestre, quando si faranno sentire sull’industria gli effetti della caduta della domanda nel terziario. L’impatto del Covid-19 interviene in un contesto di estrema debolezza dell’economia italiana, che gia’ si muoveva sull’orlo della recessione. Con i dati disponibili fino a oggi, secondo il Csc questo rischio si materializza: il Pil e’ atteso in calo gia’ nel primo trimestre e vi sono elevate probabilita’ di una caduta piu’ forte nel secondo. In assenza di misure efficaci e tempestive di politica economica – non solo in Italia – il rischio peggiore e’ che si verifichi un avvitamento tra shock della domanda e dell’offerta in grado di provocare una forte e prolungata recessione.
(ITALPRESS).
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