ROMA (ITALPRESS) – “Tra gli emendamenti approvati per il decreto Milleproroghe ci sono quelli che prorogano la moratoria contro le trivelle fino a 30 mesi, 6 mesi in più di quelli previsti nella norma originaria. Questa norma blocca-trivelle, presentata dal Movimento 5 Stelle, è un ulteriore passo verso il divieto definitivo di trivellazioni sul territorio nazionale, come annunciato più volte dai grillini. È il frutto, a mio avviso, di una politica distratta e autolesionistica, il risultato di un approccio che è solo ideologico davanti ad una problematica che investe tutti i cittadini, perché si parla dell’autosufficienza del nostro Paese sul fronte delle politiche energetiche”. Lo dichiara Nora Garofalo, segretaria generale Femca-Cisl.
“In attesa che le rinnovabili riescano davvero a soddisfare il fabbisogno di energia – prosegue – il gas rappresenta la fonte di transizione ideale per arrivare a un futuro low carbon, ed è in grado oggi di mitigare la dipendenza energetica, soprattutto in un momento di forti tensioni nei Paesi dai quali ci forniamo, come Libia, Iran e Iraq”.
“Allungare di 6 mesi i tempi per individuare le aree nell’Adriatico in cui fare esplorazione e sviluppo degli idrocarburi – sottolinea – vuol dire colpire ulteriormente la produzione di gas, determinando così la chiusura dei pozzi e assestando un colpo mortale al settore. Vuol dire lasciare nell’incertezza le compagnie energetiche, che si preparano a scelte drastiche sul fronte occupazionale, con conseguenze sociali devastanti. Vuol dire determinare la chiusura di tutte le imprese dell’indotto, che hanno stretto i denti nell’attesa di ripartire, con la perdita di tanti posti di lavoro. Vuol dire fare un grande regalo ai competitor al di là dell’Adriatico, come Croazia e Grecia, che continuano indisturbate a far funzionare le loro trivelle a due passi dalle nostre coste. Vuol dire che forse, per questo Paese, davvero non c’è una prospettiva, una speranza”, conclude Nora Garofalo.
(ITALPRESS).
“In attesa che le rinnovabili riescano davvero a soddisfare il fabbisogno di energia – prosegue – il gas rappresenta la fonte di transizione ideale per arrivare a un futuro low carbon, ed è in grado oggi di mitigare la dipendenza energetica, soprattutto in un momento di forti tensioni nei Paesi dai quali ci forniamo, come Libia, Iran e Iraq”.
“Allungare di 6 mesi i tempi per individuare le aree nell’Adriatico in cui fare esplorazione e sviluppo degli idrocarburi – sottolinea – vuol dire colpire ulteriormente la produzione di gas, determinando così la chiusura dei pozzi e assestando un colpo mortale al settore. Vuol dire lasciare nell’incertezza le compagnie energetiche, che si preparano a scelte drastiche sul fronte occupazionale, con conseguenze sociali devastanti. Vuol dire determinare la chiusura di tutte le imprese dell’indotto, che hanno stretto i denti nell’attesa di ripartire, con la perdita di tanti posti di lavoro. Vuol dire fare un grande regalo ai competitor al di là dell’Adriatico, come Croazia e Grecia, che continuano indisturbate a far funzionare le loro trivelle a due passi dalle nostre coste. Vuol dire che forse, per questo Paese, davvero non c’è una prospettiva, una speranza”, conclude Nora Garofalo.
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