Prevenzione cardiovascolare secondaria, uniti per ridurre la mortalità

ROMA (ITALPRESS) – La Giornata Mondiale del Cuore ha riunito oggi a Roma esponenti delle Istituzioni, clinici, associazioni di pazienti, rappresentanti della società civile e dell’industria, per fare il punto sull’impatto delle patologie cardiovascolari in Italia e condividere strategie per potenziare la prevenzione secondaria. L’evento, svolto con il contributo non condizionante di Novartis e il patrocinio della Società Italiana di Cardiologia, dell’Associazione Italiana Scompensati Cardiaci e della Fondazione Italiana per il Cuore, ha messo in luce la necessità di mettere in campo strategie efficaci per contrastare le patologie cardiovascolari, che rappresentano ancora la prima causa di morte negli adulti in Italia. Nel nostro Paese si stimano infatti ogni anno 230.000 decessi, 25 ogni ora, che potrebbero diminuire sensibilmente con un piano d’azione che metta al primo posto la prevenzione come investimento. Inoltre, il costo economico delle malattie cardiovascolari è elevatissimo e destinato a crescere: a livello europeo ammonta a 282 miliardi di euro, di cui oltre 41 miliardi solo in Italia.
L’incontro si è aperto con l’intervento di Annarita Patriarca, Segretario d’Aula, seguito da Ilenia Malavasi, Membro della XII Commissione. Le deputate hanno sottolineato l’importanza di rafforzare la prevenzione delle malattie cardiovascolari con politiche mirate. Hanno evidenziato che, sebbene esista un Piano Nazionale della cronicità, questo non sia in grado di focalizzarsi adeguatamente sulle patologie cardiovascolari. La mancanza di un piano d’azione nazionale con obiettivi chiari per la riduzione della mortalità e l’aumento dell’aderenza terapeutica rappresenta un divario significativo che deve essere colmato.
Successivamente, il tavolo di discussione è stato avviato da Paola Coco, CSO & Medical Affairs Head di Novartis Italia, che ha espresso come “siamo a favore dell’attuazione di strategie che permettano di contrastare le patologie cardiovascolari. In questo percorso, noi siamo al fianco della comunità scientifica, dei pazienti e delle Istituzioni per favorire modelli di presa in carico e programmi di informazione e prevenzione. Proseguiamo il nostro impegno nella ricerca e sviluppo di soluzioni innovative per la gestione dei fattori di rischio cardiovascolare, come il colesterolo LDL e la lipoproteina (a)”. “Vi è un rinnovato interesse per la lipoproteina (a) – afferma Ciro Indolfi, Presidente uscente della Società Italiana di Cardiologia – uno dei nuovi biomarcatori che possono migliorare la stratificazione del rischio cardiovascolare e la sua misurazione dovrebbe essere presa in considerazione almeno una volta nella vita. Il colesterolo LDL, invece, non è solo un fattore di rischio ma la causa della maggior parte degli infarti miocardici. Oggi fortunatamente abbiamo farmaci innovativi con i quali è possibile ottenere questi livelli ambiziosi di colesterolo LDL”.
Infine, la discussione ha permesso di dare voce alle associazioni di pazienti e alla società civile, con l’intervento di Maria Rosaria Di Somma, Consigliere delegato dell’Associazione Italiana Scompensati Cardiaci, e di Cristina Meneghin, Direttore della Comunicazione Scientifica della Fondazione Italiana del Cuore. Entrambe hanno concordato sull’importanza di rafforzare il dialogo tra Istituzioni, cittadini e pazienti, ma in primis quello tra medico e paziente. La comunicazione tra i due principali attori del percorso di cura è infatti da considerarsi il pilastro su cui si basa la costruzione dell’alleanza terapeutica che è necessaria per comprendere a fondo le esigenze specifiche di chi, quotidianamente, convive con patologie cardiovascolari. La comunicazione efficace è essenziale, per esempio, per promuovere l’aderenza terapeutica che è uno strumento fondamentale per raggiungere gli outcome clinici. E’ stato inoltre sottolineato come sia cruciale continuare a impegnarsi in campagne di sensibilizzazione, promuovendo la prevenzione cardiovascolare a tutto tondo, sviluppando una comunicazione chiara e accessibile, in grado di raggiungere e coinvolgere tutte le fasce della popolazione. Solo attraverso una maggiore informazione e consapevolezza dei cittadini, e dei pazienti, sarà possibile ridurre l’incidenza delle malattie cardiovascolari e migliorare la salute collettiva.
-foto ufficio stampa Esperia Advocacy-
(ITALPRESS).