MANTOVA – I frutteti mantovani “soffrono” l’invasione di cimice asiatica, da alcuni anni flagello di colture quali meli, peri, kiwi, ma anche peschi, ciliegi, albicocchi e piante da vivaio, con danni che hanno toccato anche il 70% delle produzioni.
Il danno medio stimato alla sola frutticoltura mantovana si aggira – secondo una stima elaborata da Coldiretti Mantova su dati del Codima – intorno ai due milioni di euro.
“In questa stagione stanno soffrendo molto le pere con almeno il 30-40% del prodotto irrecuperabile – dichiara Pier Paolo Morselli, agronomo e presidente di Corma, cooperativa di San Giovanni del Dosso –. Nel Basso mantovano anche il mais ha subito qualche attacco, per quanto non in misura massiccia”.
Da Borgocarbonara giunge l’allarme di Simone Grecchi, che coltiva 14,5 ettari a pere e parla di “coltivazione di pere precoci colpite anche per il 60-70%”.
La preoccupazione è che anche colture largamente diffuse come mais e soia possano subire attacchi pesanti da parte di un insetto oggi difficilmente controllabile.
“Dal prossimo anno installeremo le reti anti-insetto, che sono comunque costose – dichiara Grecchi -. E sono in molti, nella mia zona, che stanno pensando a strumenti di protezione, per quanto non sia ancora stata individuata una soluzione efficace”, al punto che, rincara la dose Morselli, “c’è anche chi pensa di estirpare i frutteti”.
Coldiretti Mantova ricorda che per contrastare la cimice asiatica è arrivato il primo via libera alla diffusione della vespa samurai, nemica naturale dell’insetto proveniente dalla Cina. Il provvedimento normativo è ora alla firma del Presidente della Repubblica e prevede l’immissione di specie e popolazioni non autoctone di organismi antagonisti di insetti alieni nel territorio italiano su richiesta delle Regioni, delle province autonome o degli enti di gestione delle aree protette nazionali.
“Un provvedimento fortemente richiesto dalla Coldiretti a cui è necessario ora dare rapida attuazione – sottolinea il presidente Paolo Carra – velocizzando la procedura in modo da consentire l’immissione in campo della vespa samurai contro la cimice asiatica, già durante la campagna agricola in corso”.
Il rischio è, infatti, che un allungamento dei tempi burocratici possa impedire l’avvio concreto delle sperimentazioni.
La “cimice marmorata asiatica” arriva dall ’Oriente ed è particolarmente pericolosa – sottolinea Coldiretti – perché prolifica con il deposito delle uova almeno due volte all’anno con 300-400 esemplari alla volta. Le punture rovinano le colture rendendole inutilizzabili e compromettendo seriamente parte del raccolto. La diffusione improvvisa di questi insetti che non hanno nemici naturali nel nostro paese – spiega la Coldiretti – è favorita dalle alte temperature e dalla loro polifagia, potendosi spostare su numerosi vegetali, coltivati e spontanei. La lotta in campagna per ora può avvenire attraverso protezioni fisiche come le reti a difesa delle colture. Per contrastare la proliferazione dell’insetto alieno è dunque importante proseguire a marcia spedita con la ricerca per interventi a basso impatto ambientale.
Sotto accusa anche il sistema di controllo dell’Unione Europea con frontiere colabrodo – dichiara Coldiretti – che hanno lasciato passare materiale vegetale infetto e parassiti vari. Una politica troppo permissiva, che consente l’ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici nell’Ue senza l’applicazione di cautele e quarantene. Le stesse che devono invece superare i prodotti nazionali in esportazione, con estenuanti negoziati e lunghissimi dossier.