Domani è l’Epifania (nome completo: Epifania del Signore) è una festa cristiana celebrata dodici giorni dopo il Natale. Per le Chiese occidentali, che la considerano la più grande Pasqua di Luce, tale giorno cade il 6 gennaio, mentre per le Chiese orientali che seguono il calendario giuliano esso corrisponde al 19 gennaio del calendario civile.
Nelle Chiese cattolica, ortodossa e anglicana è una delle massime solennità dell’anno liturgico, come la Pasqua, il Natale e la Pentecoste, e per i cattolici è festa di precetto. È l’ultima delle solennità del tempo di Natale, da qui il detto “l’Epifania tutte le feste porta via”.
È chiamata impropriamente “Befana“, termine però profano che non ha niente a che vedere con la religione Cattolica.
Sono molte le tradizioni folkloristiche legate all’Epifania: dall’accensione dei falò la sera dell’Epifania per scacciare quello di brutto c’è stato e per buono auspicio per l’anno nuovo.
Nel mantovano è tradizione il burièl, il caratteristico rogo composto da un’alta pila di legname, sfalci, fascine di legna, con in cima un fantoccio, la “Vecia”. Da qui il detto “Brusa la Vecia”, cioè liberarsi del male.
Ma l’Epifania è legata anche allo scambio di doni, è infatti usanza per i più piccoli trovare doni e dolciumi e carbone, nel caso non siano stati bravi.
La sera del 5 gennaio, si appendono le calze e l’indomani, si va alla scoperta di quello che la “Befana”, una vecchia brutta ma buona, legata secondo la tradizione all’adorazione dei magi, ha portato nella notte, mentre a cavallo della sua scopa, ha volato sulle case.
“La Befana vien di notte, con le scarpe tutte rotte, il vestito alla romana, viva viva la Befana!”.