MILANO – “Purtroppo l’uva in vigna non aspetta. La vendemmia inizia tra dieci giorni. Proponiamo al Governo di adottare il protocollo ‘vendemmia sicura’ della Lombardia come
modello nazionale per tutelare le esigenze del mondo vitivinicolo nel rispetto della prevenzione sanitaria. Dobbiamo fornire la garanzia assoluta di operativita’ alle aziende gia’
stressate dalla crisi Covid e dalle difficolta’ sui mercati a fronte di una vendemmia che risulta anticipata a causa del caldo“. Lo ha detto l’assessore regionale all’Agricoltura della Lombardia, Fabio Rolfi.
In vista della scadenza dell’ordinanza del Governo e di una eventuale, probabile e motivata proroga, anche alla luce della legittima preoccupazione sulla situazione sanitaria nei Balcani, serve pero’ una alternativa alla quarantena per chi deve lavorare alla vendemmia.
Da qui il protocollo della Lombardia condiviso con il mondo agricolo ed i sindacati dei lavoratori.
Cosa prevede il protocollo
Il protocollo Anti-Covid per il comparto agricolo prevede che le ATS acquisiscano dall’INPS a partire dall’1 agosto 2020, con cadenza quindicinale fino all’1 ottobre 2020, l’elenco dei
lavoratori stranieri e italiani assunti temporaneamente per le mansioni agricole stagionali (es. vendemmia, raccolta della frutta etc).
Per i lavoratori stagionali e’ prevista l’effettuazione dei tamponi durante la visita pre-assuntiva effettuata dal medico competente (la visita prevede l’obbligo di offerta del tampone) o comunque entro la seconda settimana di agosto per quelli gia’ al lavoro alla data dell’1 di agosto.
Il test molecolare per la ricerca di RNA di Sars Cov-2 (tampone nasofaringeo), trattandosi di indagine di sanita’ pubblica in coerenza con la delibera della Giunta Regionale 3323/2020, e’ effettuato gratuitamente.
Ogni giorno al momento dell’ingresso in azienda deve essere misurata la temperatura; nel caso in cui sia superiore a 37,5° o comunque di sintomi simil influenzali il medico competente lo segnala attraverso gli appositi canali di comunicazione con le autorita’ sanitarie.
In caso di temperatura corporea superiore 37,5° o di comparsa di sintomi simil influenzali, il lavoratore deve essere immediatamente escluso dall’attivita’ lavorativa e isolato. Viene
quindi disposto il tampone anche ai contatti piu’ stretti.
Ogni azienda mette a disposizione i Dispositivi di Protezione Individuale specifici anche in relazione all’emergenza COVID (mascherina) oltre ad adeguate quantita’ di gel igienizzante per le mani.
Secondo accordi locali l’ATS mette a disposizione dei lavoratori stagionali non residenti un ambulatorio dedicato a qualsiasi necessita’ medico-sanitaria compreso eventuali sintomi riconducibili a COVID.
Il registro di presenza quotidiano deve essere aggiornato e reso disponibile dalla azienda alla ATS nel caso di inchiesta epidemiologica. (LNews)