(Adnkronos) –
Mascherine FFp2? La pubblica amministrazione preferisce prevalentemente acquistare quelle provenienti dai Paesi esteri, Cina in testa. A scapito di una filiera dei dpi made in Italy che continua a investire per avere prodotti sempre più certificati. E’ lo sfogo, raccolto in un’intervista da Adnkronos/Labitalia, di Domenico Raccioppoli, ceo di Nuova Erreplast, azienda del Gruppo Raccioppoli, attiva nella Zona Industriale di Marcianise (Ce), che nel 2020 ha avviato una significativa conversione industriale, tagliando il nastro, prima nel Centro-Sud Italia, a un nuovo impianto per la produzione del ‘Meltblown’, materiale filtrante, necessario per la realizzazione di tutti i dispositivi di protezione individuale.
“Abbiamo registrato una maggiore consapevolezza da parte dei singoli cittadini -racconta Raccioppoli- nello scegliere mascherine Ffp2 e chirurgiche made in Italy e che abbiano certificazioni serie. Fortunatamente abbiamo una forte richiesta dal mercato privato, per esempio molte aziende si affidano a noi per la produzione di dpi destinati alle loro maestranze”. Secondo Raccioppoli, “la miopia di chi ha gestito l’emergenza finora, soprattutto in materia di forniture di dpi, è sotto gli occhi di tutti”. “La nostra storia dimostra che facendo leva solo sul nostro know how e sulle nostre risorse finanziarie, grazie anche al supporto di qualche istituto di credito che ha creduto in noi, siamo riusciti a creare il primo polo medicale e del packaging asettico e antibatterico del Paese e per di più nel Mezzogiorno”, avverte.
Per l’ad dell’azienda, è centrale il ruolo delle certificazioni delle mascherine. “Purtroppo, ancora una volta ci troviamo di fronte ad una forma opinabile di concorrenza con i mercati esteri, in particolare quello cinese e, ahinoi, tuttora il primo parametro di cui si tiene conto è stato il prezzo. Sottovalutando due aspetti fondamentali come la qualità del prodotto finito e, cosa ancora più importante, la natura e la valenza delle certificazioni rilasciate”, sottolinea ancora.
Il Gruppo Raccioppoli è il primo in Italia, nonché tra i top ten supplier in Europa, in grado di chiudere in house, nello stabilimento di Marcianise, tutta la filiera dei Dpi, dalla materia prima al packaging, dando vita ad un vero e proprio polo medicale nel Mezzogiorno del Paese.
E la filiera delle Ffp2 è pronta a dare il suo contributo. “Ben venga l’invito del commissario straordinario Figliuolo -sottolinea Raccioppoli- a praticare un prezzo massimo di vendita delle mascherine Ffp2 pari a 0,75 euro per agevolare l’accesso della maggior parte di persone possibile ad un presidio di protezione individuale che, alla luce delle nuove norme varate dal Governo, riveste un’importanza fondamentale per poter continuare a svolgere le normali attività quotidiane. Ma, mettendo per un attimo da parte le opinabili dinamiche di approvvigionamento sui mercati esteri registrate sinora da parte degli enti pubblici, voglio ancora confidare nel buon senso del generale Figliuolo e auspico che abbia maturato la consapevolezza che è giunto il momento di dialogare con quelle imprese italiane della filiera dei dpi, dotate di certificazioni serie e in grado di garantire una produzione totalmente made in Italy”.
“In questa fase della pandemia, che ci vede alla prese con una quarta ondata, credo possa essere determinante il supporto di un’azienda come la nostra, oltre a quello delle farmacie e delle istituzioni per contenere i contagi e rispondere prontamente alle necessità di salute dei cittadini”, continua Raccioppoli.
E l’ndustriale campano spiega quali sono le differenze tra le mascherine prodotte nel suo impianto e quelle importate dalla Cina. “Le nostre mascherine Ffp2 modello ‘Medmask’ hanno un filtraggio di circa il 98% e, diversamente da certi modelli tuttora in commercio provenienti da mercati esteri, tra i quali quello cinese, hanno conseguito la certificazione italiana Eurofins. Vorrei ricordare soprattutto a chi acquista mascherine Ffp2 con soldi pubblici che i Dpi sono disciplinati a livello europeo dal regolamento Ue 2016/425”, sottolinea.
“Esso richiede -spiega- che ogni prodotto rispetti dei ‘requisiti essenziali di salute e sicurezza e delle procedure di validazione delle conformità’. Le maschere filtranti, sono regolate dalla norma EN 149. La valutazione di conformità porta all’apposizione del marchio Ce, senza il quale non è possibile la commercializzazione”.
“Come primo elemento dunque i Dpi -continua l’imprenditore- devono presentare la marcatura Ce e, quando si acquista il prodotto (Ffp1, Ffp2, Ffp3) su di esso deve essere presente il riferimento alla norma tecnica EN 149. Bisogna fare attenzione in fase di acquisto, dato che spesso ci si può imbattere in mascherine non classificate e prive di marcatura, la cui efficacia protettiva risulta quanto meno dubbia. Lascio a Lei trarre le considerazioni finali sulle differenze tre le nostre mascherine e quelle cinesi”.
Ma come vengono realizzate le mascherine della Nuova Erreplast? “Le nostre mascherine -spiega Raccioppoli- vengono realizzate con tessuto non tessuto Meltblown in polipropilene che costituisce lo strato filtrante. La particolare tecnologia Meltblown è una filatura soffiata. Per mezzo dell’azione di stiro di un flusso di aria compressa e surriscaldata, la massa di polimero fuso viene trasformata in fibre lunghe e sottili che sono proiettate su un supporto di raccolta (tappeto) attraversato da un flusso d’aria di raffreddamento. Si crea così un velo di microfibre aggrovigliate il cui diametro è dell’ordine dei micron”.
“Il polipropilene -continua Raccioppoli- è un polimero estremamente versatile, leggero, traslucido, ha un’ottima resistenza meccanica ma allo stesso tempo è flessibile. Ha una buona resistenza al calore e un’ottima stabilità dimensionale. Presenta ottima resistenza chimica ai solventi. È ben noto ed utilizzato da lungo tempo anche nella realizzazione di mascherine. Le mascherine Ffp2 sono oggi il mezzo più potente che abbiamo per affrontare e proteggerci dal Covid-19”.
Mascherine che la Nuova Erreplast riesce a produrre a fronte di investimenti importanti. “Mi preme far presente che solo grazie ad un investimento da 5 milioni di euro, totalmente privato e senza un euro pubblico, siamo partiti con la produzione di mascherine chirurgiche, iir ed ffp2 con certificazione italiana Eurofins. Un investimento che ci ha permesso di diventare tra i top ten supplier in Europa, in grado di chiudere totalmente in house, nello stabilimento di Marcianise, tutta la filiera dei Dpi, dalla materia prima al packaging, creando il primo polo medicale nel Mezzogiorno del Paese. Però, con amarezza devo rimarcare che, ancora oggi, gli Enti Pubblici preferiscono rifornirsi sui mercati esteri, seguendo logiche che personalmente stento a comprendere”, conclude Raccioppoli.