Il racconto di una filiera unica al mondo, quella del sughero, che parte dalle foreste di querce portoghesi per estrarre, attraverso la maestria di artigiani sempre più preziosi, una materia prima destinata a produrre i tappi per le bottiglie dei migliori vini del mondo, ma non solo: il sughero, infatti, conosce poi altre vite, che parlano di welfare e di eticità, di architettura e design. A ripercorrere questo affascinante cammino è la mostra ‘Sug_Hero – Metaforme – Le mille vite di uno straordinario dono della natura, il sughero”, ospitata fino al 30 ottobre a Palazzo Sarcinelli, a Conegliano (Treviso), e destinata a diventare una esposizione itinerante.
Il percorso espositivo è stato realizzato nell’ambito del progetto ‘Suber – Il tappo di sughero tra storia, innovazione e sostenibilità made in Veneto’, coordinato da Cuoa Business School in favore di Amorim Cork Italia Spa e finanziato dalla Regione del Veneto tramite il Fondo sociale europeo – Por 2014-2020 – Asse 1 Occupabilità – Obiettivo tematico 8 ‘Investimenti in favore della crescita e dell’occupazione’ – dgr n. 254/2020 ‘Il lavoro si racconta. Botteghe e Atelier aziendali. Itinerari di scoperta dei patrimoni d’impresa’. La mostra, a ingresso libero, è aperta da martedì a venerdì, dalle ore 15:00 alle ore 19:00, anche per visite organizzate. Nei fine settimana e nei giorni festivi dalle ore 10:00 alle ore 19:00 con orario continuato. Il giorno di chiusura è il lunedì.
Oggi parlare di sostenibilità è quasi una moda, per questo Amorim con questo corposo progetto intende andare oltre ed esporre il suo esempio, sperando sia contaminante per tanti modelli di industria, come afferma l’amministratore delegato di Amorim Cork Italia, Carlos Veloso dos Santos: “Si parla tanto di sostenibilità, ma spesso non si capisce cosa si intenda. Per noi significa lasciare un mondo simile a quello ereditato dai nostri genitori, migliore di sicuro di quello attuale. Quindi, in questa mostra andiamo oltre la storia del tappo di sughero. Si parte, certo, dallo scoprire, perché è qualcosa di unico, per poi raccontare cosa può diventare, come apre nuovi orizzonti per le future generazioni”.
“Il sughero – spiega – è una delle materie più sostenibili al mondo, è considerato uno degli esempi a livello planetario di perfetto equilibrio tra l’uomo e la natura e questa cosa l’abbiamo voluta raccontare in questa mostra. Abbiamo voluto raccontare, da un lato, la sostenibilità, l’economia circolare: basti pensare che nella nostra industria non si spreca nulla, compresa anche la polvere che generiamo che va bruciata per produrre energia dalla biomassa. Ma siamo andati oltre. Abbiamo voluto raccontare anche la seconda vita del tappo di sughero, una volta stappata la bottiglia e assaggiati questi vini meravigliosi. Abbiamo ideato, infatti, una collezione di oggetti di design che trasformano questi tappi di sughero usati in un qualcosa di prezioso, proprio a raccontare un altro pilastro della sostenibilità che è quello della prosperità economica: facciamo in modo, infatti, che questi oggetti di design rientrino nuovamente in cantina non più come tappi di sughero ma come bellezza. E questo è il presupposto della collezione di design”.
“Il nostro obiettivo – sottolinea l’ad di Amorim Cork Italia – è quello di portare questo racconto in giro per l’Italia. Infatti, siamo già in trattativa per portare questa mostra in Piemonte, in Toscana, perché si presta perfettamente a essere una mostra itinerante e soprattutto a spiegare alle nuove generazioni come si può fare industria in un modo rispettoso. Per questo l’abbiamo creata in modo modulare, la adatteremo a tutte le condizioni che troveremo, in modo che questo messaggio possa essere anche trainante e contaminante per altri imprenditori che vogliano intraprendere una strada simile alla nostra”.
“Siamo in un momento di rinascita – conclude Carlos Veloso dos Santos – e abbiamo bisogno di cose belle, quindi quale miglior momento per presentare una mostra di questo tipo. Abbiamo lavorato più di un anno per costruire questa mostra insieme alla Fondazione Cuoa e devo dire che siamo molto orgogliosi di averlo fatto e di aver lanciato questa mostra in un momento come questo, perché appunto in un momento di rinascita abbiamo bisogno di cose belle e questa mostra racconta veramente delle belle cose”.