“Chiediamo una razionalizzazione di aliquote, tributi e scadenze che possa servire a incentivare gli investimenti nel nostro Paese anche dell’estero. Per partire avremo bisogno di uno shock fiscale che serva a dare slancio alla ripresa”. Così, in un’intervista con Adnkronos/Labitalia, Matteo De Lise, presidente dell’Ungdcec, l’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili, commenta la bozza di delega fiscale che il governo dovrebbe portare in cdm entro la settimana.
Dal governo, continua De Lise, “ci aspettiamo una riforma organica del sistema fiscale che possa tenere al centro la figura del commercialista: oggi l’Italia ha bisogno di un raccordo fra Stato e contribuenti e questa figura non può che essere rappresentata dal commercialista, la disintermediazione non è sostenibile per il Paese. Ci aspettiamo, dunque, di essere ascoltati per proporre le nostre idee e definire insieme un nuovo sistema fiscale”.
Per il numero uno dei giovani commercialisti “il primo passo” verso la semplificazione nella riforma fiscale “è la ridefinizione del calendario fiscale, oggi sono troppi gli adempimenti e alcuni si sovrappongono, elaboriamo una quantità incredibile di dati che molto spesso nemmeno l’Agenzia delle Entrate riesce ad analizzare compiutamente. La quantità infinita di scadenze rende difficile l’attività di consulenza dei commercialisti e, per i contribuenti, essere tempestivi nei pagamenti”, aggiunge ancora.
“In una logica di razionalizzazione del fisco andrebbe adeguata anche la riscossione, dovremo far sì che il fisco non sia un imbuto troppo stretto dal quale è impossibile passare”, sottolinea De Lise.
Secondo De Lise “di fatto molto spesso un’imposizione fiscale reale troppo alta rende quasi automatica l’evasione: è su questo che bisogna lavorare, qualora ci fossero aliquote e imposte più sostenibili avrebbe anche senso ragionare su sanzioni più elevate per chi evade”. Nella lotta all’evasione fiscale “la semplificazione è uno strumento idoneo, poi una nuova razionalizzazione delle aliquote sia per i privati che per le società, magari con la soppressione delle imposte prive di senso economico come l’Irap. Sarebbe un buon inizio”, aggiunge ancora.
Ed entrando nello specifico degli interventi De Lise sottolinea che “per l’Irpef andrebbero rimodulati gli scaglioni, ridotte e quindi rimodulate le aliquote così da riuscire ad avere un fisco equamente distribuito fra le diverse fasce reddituali. Si potrebbe iniziare, inoltre, a far sì che vadano a concorrere come detrazioni tutte le spese sostenute dalla famiglia per il proprio mantenimento, così da far emergere i consumi e tassare solo le eccedenze. E si potrebbe iniziare a considerare i coefficienti familiari di reddito e premiare le famiglie numerose, così da incentivare anche la crescita demografica”, aggiunge ancora.
“Per il cuneo fiscale, una giusta riduzione del costo del lavoratore renderebbe più facile -continua De Lise- l’eventuale riorganizzazione aziendale è più competitive le stesse. La differenza fra stipendio netto e stipendio lordo è un costo a carico dell’azienda troppo oneroso. Infine, una detassazione di tutti quegli elementi retributivi decisi a livello aziendale: straordinari e premi e altro”.
Secondo il leader dei giovani commercialisti “il regime premiale di questi elementi causerebbe un minor incasso Irpef, bilanciato però da maggiori disponibilità economiche nelle tasche dei lavoratori che si tradurrebbe in maggior spesa. Inoltre, incentivando contrattazione aziendale e individuale con regimi tassazione nullo o agevolato degli elementi retributivi da esse stabiliti, si sostengono comportamenti premiali di efficienza e sostenibilità sociale”, rimarca.
E nella riforma fiscale allo studio del governo “speriamo che ci siano -sottolinea De Lise- aiuti alle imprese per tutte le assunzioni, con una riduzione del cuneo fiscale; una detassazione per le assunzioni dei giovani che possa permettere di regolarizzare le posizioni più difficili e far emergere nuovi redditi. Mi auguro ci siano anche agevolazioni necessarie agli investimenti, come il credito d’imposta per l’acquisizione di nuovi macchinari e tutte le altre spese necessarie all’incremento del fatturato e dell’adeguamento digitale. La pandemia ha cambiato il mondo, dobbiamo permettere alle nostre aziende di investire su digitalizzazione e forza lavoro specializzata”.
Come commercialisti con “competenze e conoscenze, siamo il riferimento costante dei nostri clienti per tutto ciò che concerne fisco ed economia, sarebbe assurdo non esserlo anche per lo Stato. Lavoriamo costantemente la materia per questo ne siamo i migliori esperti possibili”, conclude.