(Adnkronos) –
“Sto ricevendo decine di telefonate da parte di colleghi, persone che mi conoscono, che si trovano nel Paese e mi chiedono cosa fare, come mettersi in sicurezza, come muoversi. Noi facciamo il possibile, abbiamo istituito un emergency desk per raccogliere e dare quante più informazioni possibili. E l’ambasciata italiana è operativa”. A raccontarlo, raggiunto telefonicamente da Adnkronos/Labitalia, è Marco Toson, presidente di Confindustria Ucraina e console onorario ucraino per le Tre Venezie, rientrato da due giorni in Italia. “Dovevo essere di nuovo oggi lì, ma lo spazio aereo è tutto bloccato”.
“Nei giorni scorsi abbiamo spostato tanti nostri connazionali, imprenditori e operatori che lavorano in Ucraina, dalla zona Est del Paese, che sapevamo più a rischio verso Ovest, a Leopoli. Ma adesso si sta combattendo anche lì. Per fortuna la Polonia ha aperto le frontiere, Leopoli è distante tre quarti d’ora dal confine e da quello che sappiamo tanti stanno cercando di attraversarlo”, racconta.
Al contrario “La raccomandazione che diamo a tutti i nostri connazionali che sono in questo momento a Kiev o nelle vicinanze -sottolinea Toson- è di stare fermi, di non muoversi, oggi è il giorno più pericoloso. Non si devono mettere su strade e autostrade, non devono puntare alla strada tra Kiev e Leopoli, perchè non sappiamo dove si trovano le installazioni militari ucraine a che possono essere obiettivo di attacco”.
Una presenza importante quella italiana in Ucraina. “Le aziende italiane in Ucraina con siti produttivi, di trasformazione o con basi operative sono più di 100. In questo momento sono ferme. Alcuni italiani sono rientrati appena è stato lanciato l’allarme, altri sono rimasti e sono stati spostati dalle zone più a rischio. Noi abbiamo il nostro ufficio operativo a Kiev, insieme agli altri in 23 punti del Paese e qui in Italia. Abbiamo istituito degli emergency desk per raccogliere tutte le richieste che ci arrivano e per dare informazioni agli imprenditori e ai nostri connazionali”,sottolinea ancora Toson.
Fino a poche settimane fa l’Ucraina era un mercato importante per le aziende italiane. “L’anno scorso secondo i dati del Mise il giro d’affari tra import ed export tra Italia e Ucraina ha fatto segnare 1,5-1,8 mld di euro. E’ aumentato notevolmente l’export dal nostro Paese verso Kiev, con la richiesta di tanto made in Italy, moda, abbigliamento, meccanica e vino in testa. Ora è tutto fermo”, conclude Toson.