La scuola? E’ una seconda casa per 9 genitori su 10

La scuola come una seconda casa, un luogo in cui relazioni, affetti e inclusione trovano spazio, come nel proprio soggiorno. St. Louis School, scuola internazionale parte del Gruppo Inspired, realtà globale che educa oltre 50.000 studenti attraverso una rete di più di 70 scuole, ha recentemente condotto, insieme ad AstraRicerche, un’indagine che ha coinvolto 800 genitori di bambini tra i 4 e i 12 anni. I temi al centro dello studio sono stati quelli della scuola e della casa, analizzando tra l’altro il modo in cui i più piccoli vivono l’ambiente scolastico e cosa si aspettano gli adulti, oltre alle similitudini con l’ambiente domestico e i suoi valori. I risultati fotografano la percezione dei bambini e delle famiglie e danno un’idea precisa di come pensano che dovrebbe essere impostato un ambiente scolastico sano, che garantisca la piena espressione del sé, che educhi alla socialità e all’inclusione.  

“La scuola svolge un ruolo di primo piano, che va oltre l’insegnamento accademico. Si tratta infatti di una delle prime e più importanti ‘palestre’ del bambino per conoscersi, socializzare e confrontarsi, dunque è essenziale che si basi sull’accoglienza, l’apertura e sullo scambio di idee”, afferma Holly Warren, Think Tank director di St. Louis School. “Proprio le idee e la possibilità di esprimersi ampiamente sono inoltre alla base della crescita, per questa ragione un percorso che si definisca educativo, a 360 gradi, non può prescindere dall’immaginazione, né dall’inclusione”, aggiunge. 

Innanzitutto, colpisce come i bambini a scuola si sentano a casa. Tra le prime tre caratteristiche di questo ambiente, infatti, si osserva che, secondo i genitori, i propri figli vedono la scuole come: luogo delle relazioni (49%), uno spazio in cui si è liberi di esprimersi (35%) e infine appunto come una seconda casa (33%). I dati emersi sono in linea con le priorità degli adulti, secondo 9 su 10 è infatti fondamentale che il proprio figlio a scuola si senta come a casa.  

Stando al 53% delle famiglie, poi, il sentirsi come a casa porterebbe i bambini a sviluppare un senso di appartenenza che li invoglierebbe maggiormente a frequentare la scuola; una percentuale minore attribuisce importanza a questo aspetto perché si tratta del luogo in cui il figlio trascorre la maggior parte della giornata (39%); per il 34% la caratteristica ‘casalinga’ della scuola è fondamentale perché non rappresenta solo un luogo in cui ci si istruisce ma dove ci si prepara a vivere nel mondo e dove si matura. Proprio per questo, la scuola dovrebbe ispirarsi alle mura domestiche e nello specifico al soggiorno. Emerge sempre di più, inoltre, come le famiglie italiane non considerino l’ambiente scolastico impersonale e privo di significato, ma esattamente il contrario. Secondo l’83%, anzi, è molto importante che questo sia anche un luogo in cui educare all’interazione con gli altri e dove valorizzare le diversità. 

Per l’82% dei genitori è molto importante che sia anche luogo di divertimento intelligente, oltre che di istruzione, dando agli insegnanti anche il compito di educazione al gioco, fondamentale soprattutto per i più piccoli che, attraverso le dinamiche ludiche, imparano a relazionarsi con l’altro, a rispettare le regole, a dialogare e naturalmente a usare l’immaginazione. 

Secondo i genitori interpellati, perché i bambini si trovino a loro agio, le aule della scuola devono essere stimolanti per la fantasia (l’83% indica come molto o abbastanza importante questo aspetto), contemporaneamente devono comunicare un senso di parità tra gli alunni (l’81% delle famiglie intervistate lo ritiene molto o abbastanza importante). Poi, 8 genitori su 10 ritengono che un ambiente giocoso favorisca l’apprendimento e giudicano molto o abbastanza importante che le classi abbiano soluzioni per le idee non strettamente legate agli aspetti scolastici, come lavagne o pannelli di sughero o spazi per condividere le idee (78%). Inoltre, la maggioranza dei genitori (80%) definisce molto o abbastanza importante che le classi siano stimolanti per la vista e perfino per il tatto (73%).  

Considerando, invece, le attività creative e artistiche in cui coinvolgere i bambini, una figura geometrica con cui stimolare l’immaginazione degli alunni e che è molto positiva anche per i genitori si è rivelata, secondo le risposte del campione, quella del cerchio. Per le famiglie è infatti particolarmente significativa e spesso associata alla scuola. Il cerchio è stato anche al centro di uno dei progetti creativi dei Think Tank di St. Louis School, cioè laboratori che hanno lo scopo di sviluppare e accrescere le capacità immaginative e creative dei più piccoli. Uno spazio dove il pensiero si trasforma in azione creativa, e dove i bambini , creano quello che poco prima avevano solo immaginato, in una sorta di ‘cameretta a scuola’ in cui i ritrovano sé stessi. I piccoli alunni, in questo caso, si sono trasformati in artisti in erba, dando vita proprio al concetto del ‘cerchio’ e realizzando delle vere e proprie opere di arte contemporanea. 

Se si considerano i significati associati alla forma del cerchio dagli adulti, quasi il 70% dei genitori dichiara di percepire un legame molto stretto tra questa figura e il valore dell’accoglienza e dell’inclusione, mentre per il 43% è strettamente interconnesso con il concetto di capacità creativa. Una curiosità: l’analogia con questa forma geometrica conferma la vicinanza dell’ambiente della scuola con quello di casa. Infatti, il 49% dei genitori ha affermato di associare la figura del cerchio alla casa, mentre il 46% lo ricollega alla scuola, dato che sottolinea la sovrapponibilità dei valori e delle percezioni. 

Cosimo Finzi, direttore di AstraRicerche, sottolinea che “i genitori dei 4-12enni hanno idee molto chiare in merito alla scuola e all’ambiente scolastico: non solo luogo di istruzione ma anche di sviluppo della comunità e di spinta alla creatività”. “Sembra che il luogo sia determinante per favorire l’apprendimento delle soft skills che stanno assumendo sempre maggior rilevanza per ogni età dell’apprendimento; inoltre il rapporto con la casa non è di contrapposizione ma, al contrario, la scuola può prendere ispirazione dagli aspetti migliori dell’ambiente domestico e riproporli in forme diverse”, conclude. 

“La St. Louis School ha sempre guardato al futuro. Sia per l’offerta formativa all’avanguardia e di alta qualità, con ottimi risultati accademici, che per la varietà di attività extracurricolari, dinamiche e stimolanti, aperte a tutti gli studenti, dai più piccoli ai più grandi. Ciò include l’innovativo progetto Think Tank, che offre molte opportunità ai nostri alunni più giovani ed è diventato una fucina di idee e creatività”, afferma Jake Burnett, preside della St. Louis School, commentando con Adnkronos/Labitalia i risultati dell’indagine condotta insieme ad AstraRicerche. “La scelta del nome non è casuale, il Think Tank è uno spazio in cui gli ‘esperti’ si incontrano per prendere decisioni e noi consideriamo i nostri studenti degli esperti assoluti del ‘libero pensiero’. Sappiamo, infatti, che il pensiero e la creatività dei nostri bambini non sono vincolati da regole rigide ed è per questo che le loro intuizioni sono davvero sorprendenti”, spiega. “Il futuro è nelle mani della prossima generazione e la nostra scuola offre uno spazio in cui mettere alla prova limiti e potenzialità, per rafforzare la fiducia in se stessi e le capacità personali. I risultati parlano da soli”, conclude. 

 

 

(Adnkronos)