Made in Italy, Unox nel post-pandemia scommette su tecnologia in casa e sostenibilità

(Adnkronos) – Il made in Italy da sempre ha dimostrato di saper affrontare le crisi trasformandole in opportunità che possono migliorare la vita delle persone. Ne è un esempio Unox, azienda padovana leader mondiale nella produzione di forni professionali che nel 2020, in piena pandemia, ha fondato Unox Casa, una nuova linea interamente dedicata al residenziale. Dopo aver conquistato la leadership internazionale nel settore professionale, l’azienda di Cadoneghe Unox sceglie di investire in un nuovo segmento di mercato e rivoluzionare i forni domestici. Il brand Unox Casa si pone l’obiettivo di portare le performance dei forni dei migliori ristoranti anche nelle abitazioni private. Tecnologia ed esperienza, tradizione e digitale, con un occhio alla sostenibilità, il brand padovano sfida attivamente lo status quo, ispirando le persone ad essere i migliori chef possibili. Come? Lo spiega ad Adnkronos/Labitalia Matteo De Lise, director of Unox Casa Business Unit. 

“C’è una crescente esigenza da parte del pubblico – spiega – di poter utilizzare tecnologie professionali anche in casa, come ampiamente dimostrato dal settore fitness e wellness. La natura di pionieri, che sempre ci ha contraddistinto in Unox, ci ha spinto a voler essere i primi a portare questo trend in cucina su ampia scala. Del resto, da anni i clienti ci chiedevano di installare in casa i nostri forni professionali, che tuttavia, per dimensioni, finiture e vincoli tecnici, non erano adatti all’inserimento in ambienti domestici di alto livello. L’esigenza di accelerare questo sviluppo di prodotti ad hoc per la casa è arrivato proprio con il lockdown, quando abbiamo subito, per alcuni mesi, la chiusura completa di tutto il settore della ristorazione”.  

“Abbiamo deciso così – racconta – di trasformare questa criticità di mercato in una opportunità di business al motto di: ‘Se i clienti non possono andare al ristorante, gli portiamo il ristorante a casa!’. Così è partita la sfida di prendere il nostro forno più alto di gamma, per intenderci quello in uso alcuni tra i migliori chef stellati del mondo, e riprogettarlo per il mercato domestico, adeguandone l’estetica e l’esperienza d’uso, pur mantenendo invariate prestazioni e i risultati. Nasce così SuperOven, realizzato per integrare l’alta tecnologia del miglior forno professionale con un design iconico adatto all’inserimento negli ambienti domestici di lusso”.  

Il made in Italy, dunque, punto di riferimento nel settore della cucina, ma anche degli elettrodomestici. “Il made in Italy non è legato a una categoria merceologica in sé – precisa il director of Unox Casa Business Unit – ma piuttosto a una filosofia di prodotto e una capacità di saper fare impresa, coniugando tradizione e innovazione, cura artigianale e abilità industriale, essenzialità e funzionalità. Che poi sono i tratti distintivi del nostro design italiano. Un’altra eccellenza italiana è rappresentata dalla sua ammiratissima tradizione culinaria e dunque quale poteva essere l’origine del brand di forni professionali più venduto al mondo se non ‘made in Italy’? Da qui la ragione, e l’orgoglio, con cui la scritta ‘made in Italy’ è incisa artigianalmente su ogni pezzo della linea Unox Casa, ossia quella destinata ad essere integrata proprie nelle cucine più prestigiose che portano i valori dell’italianità in giro per il mondo”.  

Scelte che cadono in un periodo particolarmente complesso per un brand made in Italy, reso ancora più difficile ora dall’embargo nei confronti della Russia, dai costi dell’energia o dal cambio della geografia delle materie prime. “Le scelte e gli investimenti fatti negli anni per costruire un business solido, fondato su innovazione e approccio lean, si sono rivelate vincenti – assicura – anche per metterci in condizione di affrontare congiunture complesse come questa. Ad esempio, il nostro modello di vendita nel segmento professionale, incentrato su un approccio one-to-one con il cliente e la possibilità di lasciargli provare il prodotto nella sua cucina, con i suoi ingredienti e le sue ricette, è quanto mai adatto al contesto pandemico in cui gli eventi collettivi sono spesso problematici”.  

“Il nostro sistema produttivo, d’altro canto, per il quale gestiamo direttamente non solo le attività di assemblaggio, ma anche quelle relative alla produzione di schede elettroniche, lavorazione dell’acciaio, stampaggio dei componenti in plastica e produzione dei detergenti, ci ha permesso di reagire rapidamente ai problemi di fornitura di materie prime e semilavorati”, sottolinea De Lise. 

“L’embargo nei confronti della Russia – avverte – avrà sicuramente degli impatti importanti, fortunatamente ci aspettiamo che la costante crescita che stiamo registrando negli altri Paesi sarà in grado di più che compensare la contrazione del mercato russo. I risultati lo dimostrano: il fatturato consolidato del Gruppo Unox del 2021 ha superato 182 milioni di euro, registrando una crescita del +31,3% rispetto ai 139 milioni del 2020 (anno nel quale a sua volta si segnò +3,5% contro -25% del settore mondiale del foodservice equipment causa pandemia). Anche il 2022 si preannuncia molto positivo, con il fatturato del primo trimestre che ha visto un ulteriore incremento del 60%”. 

E con la guerra in Ucraina l’azienda si è dedicata anche a iniziative di solidarietà. “Abbiamo partecipato a una iniziativa, tramite il nostro rivenditore polacco, per la restaurazione della cucina di una Casa del Pellegrino situata a Ostrowąs, nella Polonia centro-settentrionale. Questa struttura accoglierà circa 100 bambini orfani ucraini provenienti dalle zone di guerra. Unox ha contribuito donando alcuni strumenti di cucina, tra cui un forno e vari accessori. Ci sono poi altre iniziativa sulle quali ci stiamo impegnando e che nonostante alcune problematiche burocratiche ci auguriamo possano andare presto in porto”, aggiunge De Lise. 

Per Unox anche la tecnologia parla di made in Italy, anzi di made in Veneto’. “I nostri forni sono 100% disegnati, progettati e prodotti in Italia. Il nostro Gruppo ha sempre ritenuto di primaria importanza investire sul territorio per creare solide basi per la propria crescita. Negli anni ’90, mentre la maggior parte delle imprese esternalizzavano e delocalizzavano le proprie attività produttive, Unox ha scelto di investire sul territorio per creare un sistema industriale locale verticalmente integrato. Tutti i processi produttivi avvengono nella provincia di Padova”, rimarca. 

“Unox – prosegue – è oggi un gruppo di società situate a pochi chilometri dalla sede di Cadoneghe, in cui avviene l’assemblaggio dei prodotti finiti. Le società che abbiamo creato per localizzare la nostra filiera sono: Metex (lamierati in acciaio), Velex (elettronica), Mabix (plastiche), Detix (detergenti) ed Esse3 (produzione delle teglie). La scelta di creare un sistema di progettazione e produzione totalmente integrato ha consentito a Unox di mantenere al suo interno tutte le competenze chiave, alimentando continuamente un bagaglio di conoscenze dal valore inestimabile. In Unox si ritiene che le risorse fondamentali siano le persone e l’azienda ha scelto di investire significativamente nella formazione e nei percorsi di crescita dei propri talenti.  

Non può mancare, infine, un occhio alla sostenibilità, che si coniuga con la produzione e con l’essere brand made in Italy. “Come detto, tutti i processi produttivi – ribadisce – avvengono in Italia, dove da anni viene perseguita una strategia di integrazione verticale. Oggi, infatti, Unox si occupa non solo dell’assemblaggio del forno ma gestisce tutti i processi di design, industrializzazione e produzione della quasi totalità dei componenti. La scelta di non esternalizzare o delocalizzare la produzione ha comportato impatti positivi sia dal punto di vista ambientale che sociale. Dal punto di vista ambientale, l’aver creato delle aziende dedicate alla produzione della maggior parte dei componenti necessari per la produzione dei forni a pochi chilometri dalla sede di Cadoneghe (Pd), in cui avviene l’assemblaggio, ha consentito di ridurre drasticamente la carbon footprint generata dalla logistica in ingresso”. 

“Dal punto di vista sociale, Unox ha generato un impatto positivo sulle comunità locali, creando numerosi posti di lavoro nel territorio. Inoltre, abbiamo implementato il programma Net-zero E-Mixion 2030 per uno sviluppo ambientale sostenibile dell’azienda, basati su alcuni principi chiave”, dice ancora De Lise, che tra gli obiettivi elenca infine: “Ridurre i consumi energetici del cliente migliorando continuamente le prestazioni dei prodotti; favorire l’utilizzo di materiali e packaging riciclabili; lavorare per ridurre l’impatto ambientale dei nostri processi produttivi e dei nostri stabilimenti; attraverso la lean economy eliminiamo gli sprechi riducendo gli impatti ambientali; favorire la mobilità sostenibile acquistando auto elettriche e installando punti di ricarica; sostenere l’energia rinnovabile installando, ove possibile, impianti fotovoltaici; incoraggiare i comportamenti green nei collaboratori ma anche nei clienti grazie alla tecnologia dei nostri prodotti”. 

 

(Adnkronos)