(Adnkronos) – Si è tenuta, oggi a Napoli, la prima tavola rotonda dal titolo ‘Futuro pensionistico e centralità della previdenza complementare’, organizzata all’interno della prima convention della Cassa Nazionale del Notariato. “E’ fondamentale che i corpi intermedi – e, più in particolare, coloro che quotidianamente vivono il peso di certe scelte strategiche, a volte non coerenti rispetto al quadro d’insieme – facciano sentire la propria voce e offrano un contributo finalizzato ad orientare i decisori politici”, ha detto, nel suo intervento, il presidente Vincenzo Pappa Monteforte.
Ha, poi, sottolineato come “discutere di previdenza non è semplice: la tematica è, al contrario, complessa. In più, la previdenza evoca la vecchiaia, una parola messa all’indice. Forse per una sorta di senso del pudore, che ci spinge ad usare eufemismi, quali “terza età”, “autunno della vita”, o – nel riferirci agli anziani – “soggetti diversamente giovani”. Eppure, si tratta di un “processo terribilmente democratico”, che tocca tutti, o almeno i più fortunati”.
E, ricordando che “il sistema notariato è fondato sulla solidarietà, sulla mutualità, sul patto generazionale e la tutela dei soggetti deboli, cioè su valori ricchi di significato”, ha ribadito come questi, oggi siano “resi ancora più attuali dall’aumento della durata della vita media e dal naturale invecchiamento della popolazione, dalla crisi delle libere professioni con conseguente riduzione del gettito contributivo, dai prepensionamenti, dalle carenze della sanità pubblica e delle prestazioni erogate. L’inverno demografico è, ormai, una realtà. La discontinuità lavorativa, insieme al calo dei redditi, non fanno che attivare un ‘giusto allarme’, al quale si può rispondere esclusivamente con la consapevolezza dell’oggi e lo studio di nuovi strumenti, l’introduzione di norme, la pianificazione del cammino futuro, attenzionando maggiormente giovani e donne”.
Serve “una modifica strutturale del c.d. ‘sistema lavoro – pensioni’, da attuarsi al più presto e non solo all’inizio del ventiduesimo secolo, come si riteneva fino a ieri. C’è, quindi, da decidere come far capire ai giovani che il secondo pilastro pensionistico è importante, quale supporto alla previdenza di primo livello, in evidente stato di ‘sofferenza’. Il mio invito ad aderire a forme di previdenza integrativa non significa riconoscere il carattere fallimentare dei meccanismi di gestione della nostra Cassa professionale, ma – al contrario – manifesta la consapevolezza delle “naturali” difficoltà del domani post lavorativo”.
I dati, d’altronde, parlano chiaro. La Cassa ha, recentemente fatto un sondaggio tra gli iscritti e i risultati non sono affatto soddisfacenti: l’85% degli intervistati non ha idea dell’ammontare della sua pensione futura. Ciò nonostante, il 79% dei partecipanti al sondaggio si è mostrato interessato ad una previdenza complementare di categoria, patrocinata dall’Ente.
“E’ necessario, però, acquisire una consapevolezza di fondo: i compensi professionali devono essere proporzionali alla quantità ed alla qualità del lavoro svolto, che non può essere distribuito in maniera iniqua tra i colleghi in esercizio. La troppo diseguale distribuzione della ‘ricchezza notarile’ tra le differenti macroaree del Paese (nord, centro, sud-isole) ed all’interno di esse – da me evidenziata in una slide di pochi mesi fa, nella quale si rimarcava come il repertorio dei primi dieci notai equivalesse, più o meno, a quello degli ultimi trecento del medesimo territorio di riferimento – espone la sopravvivenza stessa della categoria a gravi rischi, se si ritiene di conservarne la connotazione attuale di pubblico ufficiale/libero professionista”.
“La questione non è di facile soluzione -ha detto, dal palco, Pappa Monteforte- sicuramente necessita un’azione condivisa tra i decisori politici e gli attori interessati. Di certo, si può pensare a sgravi fiscali e campagne di comunicazione ad hoc Bisogna far intendere l’appetibilità dei fondi pensione, delle garanzie che offrono, dei loro rendimenti correlati al “giusto” profilo di rischio”.
“Qualunque azione si deciderà di mettere in campo – ha concluso il Presidente della Cassa – richiederà una valutazione delle trasformazioni del mercato del lavoro, della possibilità del risparmio del singolo e delle famiglie, degli investimenti che il Governo intenderà fare sulla previdenza complementare. Da parte del mondo notarile, l’attenzione al tema c’è. Ed è tanta da dedicare i due giorni di questa prima Convention Cassa ad un dibattito trasparente, aperto e costruttivo. La categoria è consapevole che in ballo c’è il futuro di intere generazioni di iscritti, che ancora investono e credono nelle libere professioni. Bisogna fare il possibile per garantire loro, oltre ad una esistenza adeguata, una vecchiaia dignitosa e serena”.
Il rendimento finanziario lordo del patrimonio mobiliare della Cassa del Notariato (la gestione mobiliare copre l’88,72% dell’intero patrimonio), da bilancio 2023, è stato pari al 7,35% (6,86% netto). Questa voce tiene conto, oltre che dei ricavi e dei costi contabilizzati, anche dell’apprezzamento o deprezzamento degli strumenti in portafoglio nel corso del periodo in esame. Le pensioni erogate dalla privatizzazione al 2023 – nel 2023 il numero dei pensionati era pari a 2.657 unità – sono aumentate del 16%, mentre nello stesso periodo sono lievitate in maniera esponenziale le pensioni dirette (+ 105%). Il costo pensionistico dal 1995 al 2023 è cresciuto del 172% e nell’ultimo anno è risultato pari a poco più di 226 milioni di euro. Dall’inizio del nuovo millennio all’anno scorso, sono 924 i notai che, nel rispetto delle norme vigenti, hanno scelto di collocarsi in quiescenza anticipatamente, con una età media di pensionamento di 69 anni (il differimento a 75 anni del pensionamento avrebbe generato per la Cassa un risparmio di 355 milioni di euro).