Coronavirus, Burioni: “Ecco perchè siamo nel momento decisivo”

MANTOVA – In diretta Rai su Radio Due nel programma “I Lunatici”, il Professore Roberto Burioni ha fatto il punto sul Coronavirus, un’epidemia che sta tenendo sotto scacco l’intero Nord Italia. “Siamo nel momento decisivo. Il virus è arrivato e si è diffuso senza alcuno ostacolo fino a una settimana fa. Poi ci siamo accorti che si è diffuso. Fortunatamente il focolaio di diffusione sembra limitato. Però questo è un virus molto contagioso. Pericoloso, perché manda un sacco di persone nei reparti di terapia intensiva. Dobbiamo fare di tutto per bloccarne o rallentarne la diffusione, così avremo tempo di allestire reparti per curare più malati, e non affollare troppo le terapie intensive. Bisogna fare di tutto per ostacolarne la diffusione, anche se costa qualche sacrificio“.

Un virus che spedisce chi ne è infetto in terapia intensiva e che in rari casi causa morti. “Il Coronavirus non è la peste ma non è neanche un raffreddore. E’ un virus che dà una sindrome respiratoria di una certa gravità. Che provoca la morte in casi piuttosto rari, ma non rarissimi, si parla circa dell’uno percento. Capiremo tra una settimana o dieci giorni se le misure prese in questo momento sono state corrette. Il che è ragionevole perché la malattia ha circa sei giorni di incubazione in media. Chi si infetta oggi si ammala tra sette otto giorni. Quanto mi infastidisce sentir dire che muoiono solo gli anziani? E’ una cosa non vera. Il paziente 1 ha 38 anni e in questo momento è in rianimazione in condizioni critiche. E anche il medico cinese di 31 anni non era anziano”.
Non c’è dubbio che questa allerta possa causare ingenti danni all’economia del Paese. “Non possiamo dire che non ci interessa, c’è gente che sta avendo dei grandi danni economici. E’ una cosa che non va presa con superficialità. Ma in questo momento c’è un interesse superiore. L’epidemia va fermata. Credo che lo Stato dovrebbe distribuire questo disagio. Alcuni cittadini hanno dei danni gravissimi, altri meno. Spero che lo Stato aiuti chi è colpito”. Sulle partite di campionato a porte chiuse: “In questo momento rifiuto di parlare di calcio, anche se tutti sanno quanto sia appassionato. Fino a quando c’è questa emergenza non è possibile portare 50.000 persone in uno stadio. Punto e basta. Non si possono mettere decine di migliaia di persone in uno stadio. Si metterebbero in pericolo e si potrebbe fare un grandissimo favore al virus“