(Adnkronos) – “In autunno Sars-Cov-2 tornerà a rialzare la testa, come ha fatto negli ultimi due anni perché ormai è tra di noi, ma se continueremo a fare le dosi di richiamo di vaccino a chi lo vorrà, spero il più alto numero di persone possibile, è ragionevole pensare che non avremo un impatto pesante come nel 2020 e nel 2021, cioè come nelle prime tre ondate. Per questo niente pessimismo ma consapevolezza di quello che abbiamo vissuto”. Così all’Adnkronos Salute, Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova che, alla vigilia dell’allentamento delle misure anti Covid, ritiene che in autunno, anche con il ‘ritorno’ del virus “non si tornerà al Green pass o alla mascherina obbligatoria, non bisognerà farsi prendere dal panico e utilizzare gli stessi mezzi che andavano bene due anni fa e che oggi vanno meno bene”.
Secondo l’infettivologo genovese, dunque “è probabile che quella che arriverà in autunno sarà un’ondata un po’ minore di quella di quest’anno, ci saranno sicuramente casi ma – rimarca – dobbiamo sempre pensare che il 95% della popolazione italiana in questo momento è protetta dalle forme gravi di Covid, sia grazie alla vaccinazione che alla malattia naturale. Dunque il nostro sistema immunitario è in grado di riconoscere il virus. Abbiamo cioè un’immunità importante rispetto al virus”.
“Certo – sottolinea – bisogna vedere se non ci saranno altre varianti ‘importanti’, che potranno mettere in difficoltà i vaccini. Per questo credo che la cosa più importante sia che l’industria farmaceutica metta a disposizione un vaccino che copra meglio la variante Omicron, e con la dose di richiamo saremo tutti in grado di difenderci dalle forme più gravi della malattia e soprattutto dal contagio”.
Quanto alle misure, che da domani decadono, secondo Bassetti, anche in autunno non torneranno. “Credo che si dovrà rimanere sempre nell’ambito del ‘fortemente raccomandato’ e non dell’obbligo. Ovviamente dovremmo informare tutti i cittadini perché a ottobre facciano la dose di richiamo e in questa fase credo sia molto importante lavorare sull’educazione e sull’informazione piuttosto che sulle imposizioni e sui decreti, che hanno funzionato in una fase, come per il Green pass, in cui avevamo bisogno di fare presto, di immunizzare tutti prima che arrivasse l’ondata e in qualche modo ci siamo riusciti. Per il prossimo autunno credo ci sia tempo per lavorare molto sulla consapevolezza della gente, sull’insegnare alla popolazione l’importanza della prevenzione e instillare in loro una cultura vaccinale”.
Da domani, con l’allentamento delle misure anti Covid “non si passa dall’obbligo di usare le mascherine all’obbligo di non usarle: nessuno ha detto questo – mette in chiaro – Si elimina l’obbligo delle mascherine nei luoghi al chiuso” tranne che in alcuni precisi contesti, dai mezzi pubblici agli eventi indoor alle scuole, “e mi pare un provvedimento in linea con quanto sta succedendo nel resto del mondo, ma ciò non significa che dobbiamo levarci la mascherina. Se ci si sente più protetti o si percepisce un ambiente come a rischio sarà bene continuare a indossarla. Così come le persone anziane e fragili faranno bene a utilizzarle, visto che siamo ancora in una fase di elevata circolazione del virus”.
Della nuova sottovariante di SarS-CoV-2 Omicron 4 “al momento sappiamo ancora poco ma credo che possiamo affermare non sia molto diversa dalle altre precedenti. Quindi probabilmente sarà più contagiosa ma non credo più letale, più patogenetica e più aggressiva” dice Bassetti che, all’indomani dell’isolamento e sequenziamento avvenuto per la prima volta in Italia nel laboratorio di Microbiologia dell’ospedale San Gerardo di Monza, rivolge i “complimenti al nostro Paese e al centro lombardo. Ciò testimonia il livello scientifico italiano molto alto ed è il frutto di un lavoro importante che si fa nei nostri laboratori”, afferma.
“Credo che la vaccinazione che abbiamo fatto fino ad oggi, seppure non perfetta, visto che abbiamo dovuto fare 3 o addirittura 4 dosi per farla funzionare su Omicron, alla fine – sottolinea – per quanto riguarda le forme più impegnative è stata in grado di proteggere molto bene e i dati molto attuali dell’incrocio tra contagi e forme gravi ne sono la prova: tanti contagi ma pochissime forme gravi e impegnative. Questo è il frutto dell’importante protezione che i vaccini ci danno. Se oggi noi torniamo a togliere le mascherine e torniamo a una vita pressoché normale – ribadisce l’infettivologo genovese – lo dobbiamo esclusivamente alla vaccinazione che ha fatto molto bene la sua parte, più di quanto abbiano fatto le altre misure, che sono state più che altro complementari e di contenimento. La mitigazione del virus è stata grazie ai vaccini, non dimentichiamolo”, conclude.