Infarto, per le donne più raro ma più grave

(Adnkronos) – Il cuore delle donne, rispetto a quello degli uomini, “è più protetto dal rischio di cardiopatie ischemiche. Almeno fino alla menopausa”. Poi le cose cambiano. “Perché se in età fertile il rischio di patologie cardiovascolari è inferiore rispetto agli uomini (per l’infarto il rapporto è di 1 a 4), quando termina il periodo di fertilità il rischio cardiovascolare si allinea a quello degli uomini. Il motivo? Le donne non fanno prevenzione, nonostante fumino di più e siano meno attente all’alimentazione e ai corretti stili di vita”. Così all’Adnkronos Salute Antonio Rebuzzi, docente di Cardiologia all’università Cattolica di Roma, in vista della Giornata mondiale del Cuore che si celebra ogni anno il 29 settembre. 

“Le donne sono attente alla prevenzione in ginecologia, ma quando si parla di cuore ignorano i sintomi e i segnali ‘spia’ – sottolinea Rebuzzi – Ad esempio, non sanno di essere più a rischio per le patologie del microcircolo, cioè di quelle piccole arterie che portano il sangue dalle coronarie alle singole cellule miocardiche”. 

Dopo la menopausa, poi, a causa della vedovanza o “comunque a seguito di un lutto o un forte stress psichico, la donna – evidenzia l’esperto – ha molte più probabilità di soffrire della sindrome di Tako-Tsubo, una patologia rara anche nota come ‘sindrome del crepacuore’, indicata così proprio perché a provocarla può essere un particolare stress emotivo”.  

“Presenta gli stessi sintomi dell’infarto (affaticamento, dolore al torace e respiro corto) e all’esame delle coronarie non si evidenzia nessuna ostruzione – illustra Rebuzzi – Colpisce in circa il 90% dei casi donne nell’età post-menopausa. Si stima che interessi 1-2 casi su 100 pazienti che si recano in pronto soccorso per sospetto infarto. La patologia sembra correlarsi a stress psichici intensi: forti emozioni, paura, panico, spaventi, lutti e da questo nasce il suggestivo soprannome” di sindrome da crepacuore. 

Da qui l’importanza della Giornata mondiale del Cuore, “fondamentale – conclude il cardiologo – per far leva su informazione e prevenzione. Si potranno fare in modo gratuito elettrocardiogrammi, controlli della pressione arteriosa e conoscere il proprio indice di rischio cardiovascolare (basso, moderato, elevato)”. 

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