Infettivologi, ‘in Emilia R. no allarme per rischio epidemie ma monitorare’

(Adnkronos) – “L’attuale situazione” sanitaria nelle zone colpite dall’alluvione “deve essere monitorata in maniera continua e costante, secondo un approccio già avviato grazie all’azione della Protezione civile”. Ma “il concetto importante da porre in evidenza è che al momento non vi è assolutamente un allarme che possa far prevedere la comparsa di epidemie. La situazione andrà monitorata attentamente, ma non ci devono essere allarmismi”. Lo dichiara Claudio Mastroianni, presidente della Simit, Società italiana di malattie infettive e tropicali. “In Emilia Romagna non c’è emergenza sanitaria”, rassicurano gli infettivologi, che raccomandano la vaccinazione antitetanica e invitano a seguire i consigli già diffusi dall’Ausl Romagna.  

“Nelle zone alluvionate non si riscontrano i presupposti per parlare di emergenza sanitaria – afferma Pierluigi Viale, professore ordinario di Malattie infettive all’università di Bologna – Un rischio possibile è rappresentato dal tetano, per il quale è raccomandata la vaccinazione, soprattutto ai volontari che mettono le mani nel fango. Per facilitare la prevenzione, nuove dosi di vaccinazione antitetanica verranno messe a disposizione delle Asl dell’Emilia Romagna. Non vi sono invece ulteriori indicazioni sul rischio di malattie gastroenteriche”. 

“Si può aggiungere che la regione del Delta del Po, quindi le aree settentrionali della Romagna, sono state aree di endemia per artropodi, che sono vettori di infezioni tropicali come Chikungunya e West Nyle”, ricorda Viale. Dunque “è possibile che le acque reflue attualmente stagnanti creino un microsistema favorevole a questi insetti. Tuttavia, per queste infezioni non esistono vaccinazioni – precisa l’esperto – quindi ci si può limitare ad allertare le strutture di igiene pubblica a monitorare eventuali sintomi sospetti”.  

Gli infettivologi Simit rilanciano i consigli diramati dall’Ausl Romagna, ai quali è necessario “attenersi per evitare il diffondersi di eventuali infezioni”, avvertono. “L’abbigliamento raccomandato per chi sia impegnato in opere di rimozione e smaltimento del materiale e del fango” deve prevedere “guanti e stivali in materiale impermeabile, facilmente lavabili e disinfettabili; abbigliamento lavabile a 60°C (in alternativa tuta monouso o tuta in materiale facilmente lavabile e disinfettabile); se possibile, occhiali o visiera in materiale lavabile e disinfettabile”. 

Quanto alle norme di comportamento, bisogna “evitare il contatto con le acque alluvionali per non contaminarsi con acqua o suolo inquinati. Quando questo è inevitabile, si invita a seguire i seguenti consigli: indossare stivali o calzatura robusta per protezione; indossare i guanti quando si prevede il contatto con fango/acqua alluvionale e lavare bene le mani con sapone e acqua corrente; evitare di toccare viso, bocca e occhi con le mani non pulite. Lavare sempre le mani dopo ogni contatto con acqua e terreno, compresi animali bagnati. Proteggere ogni lesione, escoriazione, ferita da taglio con medicazioni impermeabili. Evitare che i bambini giochino con il fango o con l’acqua alluvionata; qualora ciò avvenisse, provvedere subito a cambiare gli indumenti e fare una doccia ai bimbi con sapone e acqua corrente”.  

“Per la gestione dei rifiuti – continuano gli infettivologi Simit, rammentando i consigli di Ausl Romagna – indossare dei guanti e al termine lavare bene le mani con sapone e acqua corrente. Prestare attenzione alla tipologia di rifiuto/materiale che si sta maneggiando, soprattutto se prodotti chimici o contenenti sostanze tossiche/pericolose, materiali e sostanze sconosciute. Per lo smaltimento dei rifiuti ingombranti, seguire le indicazioni fornite da Hera. Non ostruire le strade antistanti le abitazioni con rifiuti che possano ostacolare il corretto transito dei mezzi di soccorso e le attività di rimozione dei detriti”. 

Infine, “i consigli per pulizia e disinfezione invitano a pulire le superfici dure come muri e pavimenti con acqua calda e detergenti. Se si tratta di superfici ruvide, bisogna strofinare con una spazzola rigida ricordando di proteggere le vie respiratorie dalle polveri. Se le cose sono rimaste bagnate per più di due giorni, si deve portare tutto il possibile in esterno per farlo asciugare. I materiali contaminati o ammuffiti e i detriti che sono stati contaminati con liquami, acqua o fango devono essere rimossi, così come ogni cosa fatta di cellulosa, legno o fibre naturali, che possono assorbire acqua e liquami, poiché possono diventare terreni di crescita di muffe pericolose per la salute, anche se non visibili. I vestiti contaminati da fango e liquami devono essere lavati in acqua calda”. 

(Adnkronos)