Progetto Gemelli-Unicef, 39% ragazzi soffre di ansia e depressione

(Adnkronos) – Quasi il 40% dei ragazzi preso in carico dal progetto ‘#Withyou, Wellness Training For Health – La Psicologia con te’, promosso dalla Fondazione Policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs di Roma e da Unicef Italia “avverte e soffre di una sintomatologia affettiva ansioso-depressiva che potrebbe sfociare in una definitiva psicopatologia”. I dati sono stati illustrati a Roma durante un evento in cui è stato presentato anche il video della missione realizzata dal testimonial dell’Unicef Federico Cesari per conoscere alcuni dei ragazzi e degli operatori coinvolti nel progetto.  

L’iniziativa nasce con l’obiettivo di promuovere un percorso di sostegno psicologico e di empowerment dedicato a preadolescenti e adolescenti e alle loro famiglie, particolarmente colpiti dagli effetti della pandemia da Covid-19. Il progetto è durato un anno e ha coinvolto 1.571 giovani (46% femmine e 54% maschi) – di cui 971 sottoposti anche a valutazione psicodiagnostica e presi in carico e 600 coinvolti con le attività nelle scuole – e 1.942 genitori, per un totale di 3.513 beneficiari diretti e 35.130 beneficiari indiretti, attraverso percorsi di valutazione, presa in carico integrata, focus group e attività di prevenzione sulla salute mentale e il benessere psicosociale nelle scuole superiori. Secondo i curatori, il quadro che emerge è “anche incoraggiante perché dai dati preliminari di efficacia terapeutica si evince che alcuni disordini possono cambiare traiettoria, virare verso il benessere e la promozione della salute dei nostri ragazzi, se adeguatamente riconosciuti e ‘accompagnati’ nella loro interezza”.  

Le valutazioni effettuate hanno messo in luce “una condizione di Disturbo specifico di apprendimento (Dsa) e correlato disordine psicologico su 462 dei 971 ragazzi presi in carico, ovvero il 47% del nostro campione. Il 53% restante del campione presenta altre condizioni, tra cui disturbi del neurosviluppo, come disabilità intellettiva, disturbi della nutrizione, disturbo dello spettro dell’autismo, disturbo da deficit di attenzione/iperattività, disturbi del movimento, patologie neurologiche o neuromuscolari”.  

“Il progetto Withyou ha permesso di intercettare precocemente un trigger di comportamenti non necessariamente patologici, ma espressione di profonda sofferenza. Grazie a questo abbiamo potuto rispondere alla richiesta di aiuto dei nostri ragazzi, anche quelli più giovani – afferma Daniela Chieffo, responsabile Unità operativa Psicologia clinica Policlinico universitario Gemelli Irccs – Withyou è un viaggio con i più giovani di prevenzione e di promozione della salute mentale verso il cambiamento. Per favorirlo è necessario comprendere la formulazione di aiuto del ragazzo, della famiglia in cui vive e del mondo sociale in cui si realizza. Quindi una visione identificando il suo valore, il suo talento e il sistema all’interno del quale si esprime, riducendo al minimo la matrice generativa dei più severi quadri psicopatologici”.  

Nel campione arruolato e seguito è stato possibile constatare che “in 383 valutazioni (39%) si evidenzia un’alterazione clinicamente significativa nella scala internalizzante, costituita dalle sottoscale ansia/depressione (30%), alienazione/depressione (23%) e sintomi psicosomatici che non hanno una base medica accertata (21%); mentre in 176 valutazioni (18%) si evidenzia un’alterazione clinicamente significativa nella scala esternalizzante, costituita dalle sottoscale comportamento dirompente (9%) e comportamento aggressivo e iperconnessione (13%). Di questi, 149 (16%), presentano una compromissione globale più marcata e generale, con alterazione della personalità su diverse dimensioni psicologiche e psichiatriche”. 

Di tutti i ragazzi seguiti, in alcuni casi è stato necessario, per garantire un’integrazione scolastica, applicare delle misure di cautela per la scuola. “Nello specifico – riferiscono i curatori del progetto – 459 ragazzi (47%) hanno avuto necessità di un piano didattico personalizzato che contempla l’adozione di misure compensative e dispensative per garantire il diritto allo studio; 8 ragazzi (0,8%) hanno avuto la necessità di un Bes (Bisogni educativi speciali); 150 ragazzi (15%) hanno avuto necessità di essere affiancati da un insegnante di sostegno; 168 ragazzi (17%) hanno avuto l’indicazione di aderire a un percorso di psicoterapia”. 

“Esprimo grande soddisfazione per la prosecuzione della collaborazione con una realtà di alto valore sociale come Unicef Italia – dichiara Marco Elefanti, direttore generale della Fondazione Policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs – con particolare riguardo a temi di grande rilievo quali la salute mentale e il benessere psicosociale di bambini e adolescenti. Attraverso un’analisi approfondita e originale cercheremo di offrire insieme possibili soluzioni a problemi che impattano su tante famiglie”.  

“I giovani di oggi sembrano vivere una vera e propria ’emergenza sociale’ in ambito di salute mentale e benessere psicosociale – evidenzia Carmela Pace, presidente dell’Unicef Italia – Il nostro impegno come Unicef Italia, anche attraverso questo progetto realizzato con il Policlinico Gemelli, è quello di accendere un faro su questo tema perché supportando i bambini e i giovani e le loro famiglie possiamo fare concretamente la differenza nelle loro vite e nelle nostre comunità”.  

“I risultati di questo rapporto – commenta Andrea Iacomini, portavoce Unicef Italia – confermano i drammatici dati che, come Unicef, abbiamo diffuso a livello internazionale: un adolescente su 7 tra i 10 e i 19 anni convive con un disturbo mentale diagnosticato; tra questi, 89 milioni sono ragazzi e 77 milioni sono ragazze; 86 milioni hanno fra i 15 e i 19 anni e 80 milioni hanno tra i 10 e i 14 anni. In Italia, nel 2019, si stimava che il 16,6% dei ragazzi e delle ragazze fra i 10 e i 19 anni, circa 956.000, soffrissero di problemi di salute mentale”. 

(Adnkronos)