Mascherine obbligatorie, ma per i sordomuti è un isolamento dal mondo. Lanciata l’idea di protezioni trasparenti

Indossare la mascherina oggi è un obbligo: un modo per proteggersi e prevenire il contagio e la diffusione del Coronavirus. Se per alcuni, però queste sono uno strumento “amico”, per altri possono diventare un ulteriore isolamento dal mondo in un periodo in cui la socialità e lo stare insieme sono già ampiamente minati: per i sordomuti, infatti, la mascherina diventa un ostacolo alla comunicazione, coprendo il labiale ed impedendo, di fatto, la comunicazione. Un ostacolo, questo, che alcune aziende stanno cercando di superare realizzando delle mascherine trasparenti che possano sia proteggere che mostrare il viso.

Già 8mila i presidi realizzati da un’imprenditrice pugliese ma anche fuori dal nostro Paese le idee non mancano: creazione analoga è stata pensata da Ashley Lawrence, studentessa ventunenne che alla Eastern Kentucky University che studia per diventare assistente alla comunicazione delle persone sorde.

A proporre queste “nuove” mascherine, però anche un albergatore di Casalmaggiore, Zelindo Madesani, che ha pensato di creare questi strumenti per permettere alle persone di riconoscersi anche sotto la mascherina così da poter riacquistare, anche se in parte, quella normalità che da più di un mese manca: restituire, insomma, la possibilità di riconoscersi e scambiarsi un saluto incrociandosi per strada.