Baldwin spara sul set di Rust, il precedente del 1993 con Brandon Lee

Alec Baldwin spara sul set con una pistola di scena causando la morte della direttrice della fotografia Halyna Hutchins e il ferimento del regista Joel Souza. E’ accaduto oggi, nel corso della lavorazione del film western ‘Rust’ al Bonanza Creek Ranch di Santa Fe, in New Mexico. Dietro l’incidente potrebbe esserci il malfunzionamento della pistola di scena, caricata a salve. “I dettagli non sono chiari in questo momento, ma stiamo lavorando per saperne di più e supportiamo un’indagine completa su questo tragico evento”, hanno affermato il presidente della International Cinematographer’s Guild John Lindley e il direttore esecutivo Rebecca Rhine. Incidenti come quello accaduto sul set di ‘Rust’ sono estremamente rari, ma non inediti. Le armi da fuoco vere sono spesso utilizzate nelle riprese e sono caricate con cartucce a salve che creano un lampo e un botto senza che parta alcun proiettile. Ma a volte qualcosa può andare storto, come accadde nel 1993 a Brandon Lee, il figlio di 28 anni della defunta star delle arti marziali Bruce Lee, morto sul set dopo essere stato accidentalmente colpito da un copo di pistola di scena durante le riprese di una scena mortale nel film ‘Il corvo’. Successivamente è stato appurato che purtroppo la pistola utilizzata aveva un bossolo che era rimasto nella canna e che, nell’esplosione di una nuova carica a salve, la vecchia cartuccia era stata sparata fuori ed aveva ucciso l’attore.  

Secondo i produttori l’incidente avvenne per una serie di sfortunati eventi scaturiti dalla negligenza dei membri del personale che, avendo bisogno di proiettili inerti per una scena di un primo piano del caricatore, li costruirono togliendo innesco e polvere da sparo da veri proiettili invece di comprarli già pronti. Per errore uno dei proiettili non venne però privato dell’innesco e il revolver venne lasciato carico anche dopo la scena. Quando il grilletto della pistola fu successivamente premuto, l’innesco rimasto ebbe abbastanza forza da spingere comunque l’ogiva fino a metà canna, inceppando l’arma. Al momento della scena fatale, la pistola venne caricata con proiettili a salve (munizioni fornite di polvere da sparo ma prive di ogiva, in modo da emettere il suono dello sparo senza però che avvenga effettivamente lo sparo) ma quando venne esploso il colpo, l’ogiva precedentemente incastrata nella canna venne sparata allo stomaco di Brandon. 

Lee morì più tardi al New Hanover Regional Medical Center di Wilmington (Carolina del Nord), dopo una lunga e vana operazione per rianimarlo, in cui venne rinvenuta l’ogiva. Le sue eredi, la madre Linda, la sorella Shannon e la fidanzata Elizah, fermarono le indagini ritirando la denuncia e accettando la spiegazione dell’incidente fornita dalla produzione in cambio di un risarcimento in milioni di dollari, firmando un accordo extragiudiziale che suscitò il rimprovero da parte del coroner che svolgeva l’inchiesta, giacché almeno sette persone stavano per andare a processo per omicidio colposo e invece in questo modo non ci fu luogo a procedere. 

Dopo aver appresso dell’incidente sul set di ‘Rust’, la sorella di Brandon Lee, Shannon, ha twittato: “I nostri cuori sono con la famiglia di Halyna Hutchins e Joel Souza e con tutte le persone coinvolte nell’incidente di Rust. Nessuno dovrebbe mai essere ucciso da una pistola in un film”.  

(Adnkronos)