(Adnkronos) – Il corpo di Ramy Elgaml, il 19enne morto nel quartiere milanese Corvetto mentre in sella a uno scooter guidato da un amico fuggiva dai carabinieri, è stato restituito alla famiglia che potrà decidere quando procedere con la sepoltura. L’appofondimento tossicologico, richiesto dalla procura anche sul coetaneo alla guida, è stato completato e ora si attendono i risultati che, insieme a quelli dell’autopsia e della dinamica dell’incidente, potranno fare chiarezza sulla morte che ha provocato una reazione ‘popolare’ nel quartiere a sud-est della città.
Sul tavolo del procuratore Marcello Viola, co assegnatario del fascicolo insieme al pm Mauro Cirigliano, c’è una prima informativa della Polizia locale con le foto del luogo dell’incidente, tra via Ripamonti e via Quaranta, e i rilievi iniziali sullo scooter e sulla gazzella dei carabinieri. I primi risultati non mostrano evidenze: sull’auto dei militari non ci sono segni della vernici del mezzo a due ruote. La morte di Ramy, dovuta alla lesione dell’aorta, che ha portato all’emorragia interna, è probabilmente riconducibile all'”impatto” con “il palo semaforico” presente all’incrocio tra via Ripamonti e via Quaranta.
La procura potrebbe disporre una consulenza cinematica per fornire ulteriori elementi rispetto alla velocità e all’esatta traiettoria di scooter e auto. Solo una telecamera pare mostri, in modo non nitido, la scena avvenuta la notte tra il 23 e il 24 novembre scorso, non risultano invece testimoni.
Intanto, migliora lo stato di salute del giovane alla guida – ricoverato all’ospedale San Carlo – ma “non è ancora in condizioni di rispondere” fanno sapere gli inquirenti. Sia lui, su cui pende un’ordinanza di arresti ai domiciliari per resistenza, che il carabiniere alla guida dell’auto di servizio risultano indagati per omicidio stradale.