Cospito, studenti Sapienza occupano facoltà di Lettere per solidarietà

(Adnkronos) – Con uno striscione esposto sulla facciata della facoltà di Lettere della Sapienza gli studenti hanno appena annunciato l’occupazione in solidarietà con Alfredo Cospito e contro il 41 bis e l’ergastolo ostativo. 

“Per quando riguarda l’organizzazione del corteo comunichiamo che da stasera rimarremo qui e usciremo sabato”, hanno annunciato i ragazzi nel corso dell’assemblea pubblica in solidarietà con Alfredo Cospito e contro il 41 bis. 

“Siamo qui per organizzare la piazza di sabato, perché sia un corteo partecipato al massimo delle nostre possibilità, tutti possono prendervi parte anche come singoli”, ha affermato una rappresentante di Cambiare Rotta nel corso dell’assemblea a cui partecipano collettivi e Osa, che si inserisce tra le iniziative di solidarietà con Cospito, da 106 giorni in sciopero della fame.  

“Nelle ultime settimane c’è stata una criminalizzazione delle proteste e non ci pare il momento di sviare il discorso dai temi del 41 bis”, ha affermato ancora la studentessa spiegando che “queste sono settimane cruciali per la vita di Alfredo ma si gioca anche una partita rispetto alla possibilità di abolire un certo tipo di misure”.  

“Il clima di questi giorni è preoccupante perché si sono unite sotto un unico cappello chiamato terrorismo diverse iniziative di solidarietà – ha aggiunto – Si sta cercando di sviare il coraggio di Alfredo con un dibattito anacronistico”. 

“Gli anarchici non fanno trattative con lo Stato. Alfredo non fa trattative con lo Stato – ha detto uno dei componenti dell’Assemblea permanente di solidarietà con Cospito – . Alfredo parla con i mafiosi? Certo, essendo rinchiuso al 41 bis è chiaro che parli con i mafiosi, se fosse in un convento parlerebbe con i frati. Alfredo ha rotto le dinamiche del 41 bis e continua a parlare con i detenuti delle altre celle nonostante non possa farlo, è la sua forma di protesta”.  

“L’udienza è stata anticipata al 24 febbraio ma lui potrebbe non arrivare vivo a quella data – ha aggiunto – Se Alfredo morirà la lotta continuerà e sarà ancora più determinata. È stato detto che lo Stato non si arrende alla violenza ma è solo grazie alla mobilitazione che siamo riusciti ad avere qualche cosa, altrimenti Alfredo sarebbe morto nel carcere di Bancali – ha concluso – La lotta di Alfredo ha svelato quanto accade nelle carceri”. 

 

(Adnkronos)