(Adnkronos) – I vaccini anti-Covid a mRna, rispetto a quelli a vettore virale, proteggono in misura maggiore dal rischio di essere contagiati da varianti di preoccupazione (Voc) di Sars-CoV-2, Omicron compresa. E’ la conclusione di uno studio olandese pubblicato su ‘Plos Medicine’, che ha confrontato le performance di 4 vaccini Covid-19: quelli a Rna messaggero di Pfizer-BioNTech e di Moderna, e quelli a vettore adenovirale di AstraZeneca a Janssen (J&J). “Sebbene tutti prevengano efficacemente le forme gravi di Covid” e le loro conseguenze, premettono gli autori, “le persone che hanno ricevuto un vaccino a vettore virale risultano più vulnerabili all’infezione da varianti”.
Il gruppo di Marit J. van Gils dell’università di Amsterdam, Paesi Bassi, ha prelevato campioni di sangue da 165 operatori sanitari rispettivamente 3 e 4 settimane dopo la prima e la seconda dose dei vaccini di Pfizer-BioNTech, Moderna e AstraZeneca, e da 4 a 5-8 settimane dopo l’iniezione con il monodose di Janssen. Campioni di sangue sono stati raccolti anche prima e 4 settimane dopo un booster di vaccino Pfizer-BioNTech. I ricercatori hanno così osservato che, 4 settimane dopo il ciclo vaccinale primario, le risposte anticorpali dirette contro il ceppo originario del coronavirus pandemico erano più alte in chi aveva ricevuto Moderna, seguiti dai vaccinati Pfizer-BioNTech, mentre apparivano “sostanzialmente inferiori” in chi aveva ricevuto vaccini a vettore virale. Ma anche nei confronti delle varianti Alfa, Beta, Gamma, Delta e Omicron – sottolineano gli autori – il livello di anticorpi neutralizzanti era più alto nei vaccinati con prodotti a mRna.
Rispetto all’efficacia protettiva contro il virus originario, comunque, “la capacità di neutralizzare le varianti è risultata ridotta per tutti i vaccini, con il calo maggiore contro Omicron”. Tuttavia, “un booster di vaccino Pfizer-BioNTech ha aumentato le risposte anticorpali in tutti i gruppi” di vaccinati, “con un sostanziale miglioramento contro le varianti inclusa Omicron”.
Come limite all’impianto del loro lavoro, gli studiosi evidenziano che il gruppo di vaccinati AstraZeneca analizzato era “significativamente più anziano, a causa di problemi di sicurezza del vaccino nelle fasce d’età più giovane”. E “poiché le risposte immunitarie tendono a indebolirsi con l’età, questo potrebbe aver influito sui risultati”. Il gruppo di vaccinati AstraZeneca era anche più piccolo rispetto agli altri, considerando che il governo olandese ha interrotto l’uso del prodotto per un periodo.
Ciò precisato, la conclusione di van Gils è che “4 vaccini Covid-19 inducono risposte anticorpali sostanzialmente diverse”.