“Speravamo di essere arrivati a un plateau” di nuovi casi di Covid-19 in Lombardia, “mentre ora stiamo vedendo che i casi non diminuiscono, anzi continuano ad aumentare. Non è una crescita esponenziale ma progressiva”. Lo afferma Roberto Fumagalli, direttore della Terapia intensiva dell’ospedale Niguarda di Milano, contattato dall’Adnkronos. Il numero di pazienti affetti da Covid-19 che richiede ricovero in ospedale e quello di posti letto in terapia intensiva “sono in aumento” e al Niguarda “siamo arrivati al livello massimo previsto dal piano regionale di 12 posti letto occupati da pazienti con insufficienza respiratoria acuta”. Negli altri reparti della struttura, spiega Fumagalli, “c’è ancora margine di aumentare i posti letto”.
Ma in questo scenario, continua, “la preoccupazione deriva dal fatto che noi speravamo che il numero di nuovi pazienti non imponesse di dover attivare terapie intensive aggiuntive. Invece stiamo vedendo che il numero di posti letto deve essere aumentato”. Tanto che oggi in Lombardia sono occupati 163 posti letto in terapia intensiva. Fra i ricoverati in terapia intensiva “fra il 60 e il 70% sono pazienti non vaccinati”, con il numero di casi Omicron “in aumento”.
E la mortalità globale dei ricoverati in terapia intensiva è di circa il 32%, contro il 42% della prima ondata. “Un passo avanti frutto del vaccino, che rende la malattia meno grave. Cosa che purtroppo non vuol dire che si salvano tutti”, sottolinea Fumagalli.
Anche perché, continua il direttore della Terapia intensiva dell’ospedale Niguarda di Milano, “i pazienti vaccinati che ricoveriamo nella stragrande maggioranza dei casi hanno ricevuto la vaccinazione a maggio o la terza dose da meno di una settimana, quando la vaccinazione non aveva ancora fatto effetto”. Colpiti quindi in una sorta di finestra di vulnerabilità.
“Il ‘boost’ delle terze dosi sono ancora in numero basso e aggiungendo i non vaccinati, non riusciamo ancora a ottenere risultati sperati”. Per evitare nuove restrizioni secondo Fumagalli basterebbe seguire le misure fino ad ora applicate, a cominciare dal vaccino. “Le raccomandazioni del Ministero della Salute e delle Regioni di vaccinazione, distanziamento e mascherine sono le regole che già ci hanno dato soddisfazione. Anche se la nuova variante ha cambiato un po’ la prospettiva, con un’attenzione sistematica e costante potremo riuscire a superare questa fase”, conclude Fumagalli. “Ci vuole il massimo dell’attenzione e dello sforzo per proseguire nelle vaccinazioni e intensificare le somministrazioni di terze dosi”.