Covid, Oms: “Omicron 5 cresce, oggi presente in 47 Paesi”

(Adnkronos) – La variante Omicron di Sars-CoV-2 resta protagonista incontrastata dell’attuale fase della pandemia di Covid-19: appartengono alla sua ‘famiglia’ quasi tutte le sequenze segnalate alla banca dati Gisaid negli ultimi 30 giorni, con Omicron 2 (BA.2 e i suoi lignaggi discendenti) che resta dominante ma in declino, mentre aumentano in prevalenza le ‘sorelle’ Omicron 5 e 4 (BA.5 e BA.4), e la BA.2.12.1.  

Secondo l’ultima rilevazione contenuta nell’aggiornamento settimanale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), la sottovariante BA.2.12.1, rilevata in 53 Paesi, ha raggiunto una prevalenza del 28%, che può essere in gran parte attribuita a un iniziale rapido aumento nella regione delle Americhe. Omicron 5 (BA.5), sotto i riflettori per il rialzo di casi osservato in alcuni contesti (per esempio in Portogallo), è stata rilevata in 47 Paesi e Omicron 4 (BA.4) in 42 Paesi. Queste due sottovarianti rappresentano il 4% e il 2% delle varianti circolanti, rispettivamente. 

E intanto Omicron 2 cala: secondo l’ultima rilevazione, BA.2 e i suoi lignaggi discendenti (lignaggi aggregati denominati BA.2.X) rappresentano rispettivamente il 44% e il 19% del totale delle sequenze segnalate. Diverse varianti che avevano dato in via preliminare segno di un vantaggio di crescita rispetto ad altri lignaggi Omicron ora non sono più in aumento e risultano sotto l’1% (BA.2.11, BA.2.13 e BA.2.9.1). Così come ex lignaggi Omicron dominanti (per esempio BA.1) sono scesi sotto l’1%.  

Tutte e tre le varianti la cui prevalenza sta aumentando portano una mutazione caratteristica (nel locus S:L452) che si pensa conferisca una maggiore trasmissibilità, anche attraverso caratteristiche di fuga immunitaria. Per quanto riguarda la malattia che provocano, l’accumulo di evidenze provenienti da diversi Paesi indica che “non è stato osservato alcun aumento della gravità associato a BA.5 e BA.4”, precisa l’Oms.  

In questo quadro, non c’è più posto per altre varianti di preoccupazione (Voc). Tanto che l’Oms ha deciso di classificare anche la Delta, come prima è successo ad Alfa, Beta e Gamma, come ‘variante di preoccupazione precedentemente circolante”, a causa della sua scarsissima presenza ormai tra le sequenze sottoposte a Gisaid negli ultimi 3 mesi. Questa ‘archiviazione’ di Delta e delle altre varianti che hanno animato in passato la scena del contagio, tuttavia, “non implica che non possano rinascere in futuro”, precisa l’Oms, assicurando che proprio per questo il monitoraggio continua con i dati disponibili.  

Per quanto riguarda le varianti ricombinanti di Sars-CoV-2 (mix di altre varianti o sottovarianti) rilevate a inizio 2022, alcune avevano caratteristiche indicative di una potenziale maggiore trasmissibilità. Tuttavia, questo non si è tradotto in un’ampia differenza. Il numero di sequenze di varianti ricombinanti sotto monitoraggio (XE, XD e XF) continua a diminuire settimanalmente, e ora queste rappresentano meno dello 0,1% delle sequenze inviate nell’ultimo periodo considerato. 

 

(Adnkronos)