Covid, Palù: “Non scomparirà, sarà probabilmente stagionale”

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“Non credo che” il covid “scomparirà come sono scomparsi Sars-Cov- 1 e la Mers, che erano così letali da essere facili da isolare ed erano dannosi per se stessi perché uccidevano l’ospite e si auto-eliminavano. La cosa più probabile è che questo coronavirus invece riemerga. E’ quello che ha fatto fino ad ora. Si ipotizza, e su questo c’è una visione comune tra molti virologi, che rimarrà con noi e che possa avere una stagionalità, anche perché è respiratorio”. Ad affermarlo Giorgio Palù, virologo e presidente dell’Aifa, nella sua ‘Lectio magistralis’ all’incontro “Covid-19: scienza o rappresentazione’, organizzato dalla Fondazione Bruno Kessler. 

“Ciò che abbiamo visto fin ora – ha aggiunto – ci incoraggia su questa linea, perché abbiamo visto un virus altamente patogeno perdere progressivamente la patogenicità. Ricordo però che ci sono tre funzioni biologiche essenziali un virus: infettività, patogenicità ed immunoevasione. Ed è difficile che un virus acquisisca tutte e tre le funzioni: qualcuna ne deve pur perdere per la sua finalità che è quella di persistere”. 

Quello “che abbiamo sul tappeto – sottolinea – e che dovrebbe essere una lezione per i virologi veri, non quelli televisivi, è studiare meglio l’impatto sulla patogenesi, quindi caratterizzare la morbosità, la letalità, la virulenza”, poi “identificare la sorgente” e “avere un sistema di monitoraggio che ci consenta di monitorare le evoluzioni in tempi più rapidi. Siamo quelli che sequenziano meno: sequenziamo 7mila genomi al mese, quando in Inghilterra ne fanno 150mila. C’è bisogna di investimenti in ricerca e virologia vera”, ha sottolineato. 

Quanto alla campagna vaccinale” non può dirsi assolutamente conclusa. Abbiamo 8 milioni di persone che non hanno fatto il booster”. Neanche l’arrivo di Novavax ha smosso la situazione, dando nuovo slancio alla campagna. “Sembrava fosse il vaccino per i no vax, perché più tradizionale. Ieri Ema l’ha approvato come ciclo primario anche per gli adolescenti. In ogni caso c’è una resistenza di una certa fetta di popolazione e quella non si vince con nessun vaccino. Ma certo la campagna non può considerarsi conclusa”, rimarca Palù, secondo cui “il booster va fatto a tutti”, mentre per la quarta dose “andando verso la bella stagione, se la circolazione virale continua a decrescere in tuto il nostro emisfero ma anche in tutte le fasce d’età, la cosa più logica è attendere l’autunno e soprattutto avere vaccini aggiornati”. 

In questa pandemia “abbiamo visto talk show, cabaret, presenzialismo televisivo da autodefiniti virologi, sconosciuti alla comunità scientifica internazionale, che hanno discettato di tutto e hanno banalizzato, se non impoverito una disciplina che è forse la più tributaria di premi Nobel in medicina e fisiologia e chimica tra le discipline biomediche”, ha sottolineato ancora Palù ammettendo che un virologo soffre “quanto sente la sua disciplina volgarizzata”. 

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