Dal morso a Holyfield allo schiaffo a Jake Paul: tutte le follie di Tyson

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Iron Mike ne ha fatta un’altra. A poche ore dal ritorno sul ring, a 58 anni e 19 dopo l’ultimo match, Tyson in queste ore sta facendo parlare per il ceffone tirato a Jake Paul. Il noto youtuber e ormai anche boxeur, che ha deciso di sfidarlo in un evento show da sold out ad Arlington (Texas), che con ogni probabilità sarà il match più visto della storia della boxe. 

È successo un secondo prima del face off e delle foto di rito, dopo la pesa. Un pestone, poi lo schiaffo che ha fatto il giro del mondo. Colpi di testa non nuovi per Mike, definito tempo addietro ‘The baddest man of the planet’. Il più cattivo di tutti. 

 

Tyson è così, ha abituato il suo pubblico a scatti del genere. Fanno parte del personaggio e si legano in parte a un vissuto complicato e a una storia personale tormentata. Quella di un ragazzo dalla famiglia difficile e che già a 12 anni si mise nei guai con la legge, che lo spedì al riformatorio dopo uno scippo. Lo schiaffo a Jake Paul è solo l’ultimo episodio della serie e rientra in parte nel trash talking che di solito avvolge eventi di questo tipo. Gli altri? Sono tanti, in passato hanno riempito le cronache e ancora oggi le prove vagano sul web. Normale per l’uomo che divenne trentotto anni fa – il 22 novembre del 1986 – il pugile più giovane a conquistare la cintura Wbc dei Massimi. Quel titolo mondiale vinto contro Trevor Berbick a 20 anni, 4 mesi e 22 giorni. 

La storia più celebre, che ormai va a braccetto con il suo nome, riguarda il morso all’orecchio di Evander Holyfield. Era il 28 giugno 1997 e si combatteva a Las Vegas per il titolo dei Massmi Wba. Il fattaccio nel corso del secondo round, quando Mike appoggiò la testa accanto a quella dell’avversario, per morderlo al lobo dopo aver sputato il paradenti. L’arbitro fermo il match e il pubblico cominciò a inveire: lui si giustificò parlando di una precedente testata di Holyfield. “È stato scorretto”, la motivazione. Quello a Holyfield non fu l’unico morso della carriera di Tyson. Cinque anni dopo Las Vegas, nel 2002, Mike ne rifilò un altro alla gamba dell’inglese Lennox Lewis, prima di un incontro in un hotel di New York. Gli specialisti parlarono di una malattia nervosa, strane pulsioni da legare a un discorso psichiatrico. Iron Mike, dalla sua, si convertì all’Islam e poi urlò al mondo di essere rinato. 

Un altro grande capitolo riguarda i problemi con le donne, spesso picchiate. I giornali degli anni Novanta e dell’inizio degli anni Duemila mettono in prima pagina diversi episodi controversi. Come quelli con Naomi Campbell, top model con cui ebbe una breve storia, e Robin Givens, la sua seconda moglie una volta trovata a letto con un giovane Brad Bitt. Nel 1992, invece, una pesante accusa di aggressione e violenza sessuale arrivò da Miss America Desiree Washington, mentre la difesa parlò di un rapporto consensuale. Venne processato e condannato a sei anni, ma ne scontò tre. 

 

Fu poi lui stesso a svelare tanti altri aneddoti della sua vita sregolata in un’autobiografia pubblicata nel 2013: parlò per esempio di abuso di alcol e di cocaina consumata prima di alcuni incontri. E nel 2018, quando la California legalizzò la coltivazione di marijuana, annunciò l’apertura di un ranch in cui produrla. 

Addirittura, nel 2019, fumò veleno di rospo – sponsorizzato per le sue particolari ‘proprietà’ – e tutto venne filmato e dato in pasto ai social. Elenco finito? Per niente. Nel 2022, su un volo in partenza da San Francisco verso la Florida, Tyson prese a sberle un passeggero colpevole di averlo importunato dopo la richiesta di un selfie. Rientra nell’elenco dei suoi mille colpi di testa. Fino a stanotte e a un ritorno sul ring che sarà show, ma non solo. (di Michele Antonelli) 

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