Il settore dell’automative al centro di un cambio di paradigma: la transizione verso l’elettrico, tra opportunità e rischi. A fare il punto dello stato dell’arte è la prima edizione di ‘Wave – La mobilità nella città sostenibile’, nella seconda giornata in programma a Roma alla Lanterna di Fuksas. La Commissione Europea prevede entro il 2035 lo stop alla vendita dei motori endotermici ma è realistico? Per l’industria automobilistica, spiega Simone Mattogno, direttore generale auto di Honda Motor Europe Italia, “è una grande sfida a livello temporale perché gli investimenti in ricerca e sviluppo comportano diversi anni per arrivare alla fase finale e alla commercializzazione delle vetture. In ogni caso dipende molto dai costruttori”.
“I costruttori giapponesi, come la Honda – sottolinea Mattogno – hanno già investito da diverso tempo nel mondo dell’elettrificazione. Quindi diversi costruttori saranno già pronti per il 2035 per affrontare un mercato full electric. I costruttori, dunque, stanno facendo tanto e l’industria automotive si sta avvicinando a rapidi passi a questo traguardo del 2035 ma quello che lamentiamo è una grossa lentezza dal punto di vista infrastrutturale. Come costruttori possiamo anche andare a presentare sul mercato soluzioni dotate di motori electric ma se non abbiamo una rete infrastrutturale in grado di garantire la mobilità dei nostri clienti allora è un po’ più difficile”.
Dal più di vista della rete infrastrutturale, Marco Garbero, Axpo Energy Solution Italia spiega che “sarà difficile dire se si riuscirà” ad essere pronti per il 2035. “E’ chiaro che (la diffusione delle colonnine di ricarica, ndr) fa parte di una transizione energetica completa. Oggi è un po’ un gatto che si morde la coda: non ci sono abbastanza macchine per rendere sostenibile l’investimento in nuove colonnine e non ci sono abbastanza colonnine da rendere sostenibile un mercato full electric”.
Nel frattempo le case automobilistiche si stanno attrezzando anche da sole. “Già oggi Honda quando vende una vettura full electric – spiega Mattogno – la dota di un wallbox in modo tale che il nostro cliente possa dotare la propria abitazione di un punto di ricarica per la propria vettura”. Lo sforzo di tutti i costruttori, dunque, “è di servire il cliente a 360 gradi però noi arriviamo fino ad un certo punto, in ogni caso serve una rete infrastrutturale per quando il cliente non è in casa”.
Secondo Garbero, serve un maggiore sforzo anche da parte della politica: “Oggi il superbonus sta trainando la colonnina, ne stiamo installando tantissime anche a chi per il momento non ha l’auto elettrica”. “Come operatore sono ottimista ma facciamo fatica perché manca una cabina di regia. Se le condizioni al contorno non migliorano per noi è difficile fare business”. Oltre a snellire la burocrazie, secondo Garbero serve una politica più efficiente sugli incentivi “che dovrebbero essere discussi insieme”. Per Garbero, “se l’incentivo non ha un decalage sensato allora si sta dando una spinta fortissima alla filiera senza dare la possibilità di programmare”.
Capitolo costi. “Noi come case madri dobbiamo seguire le normative europee. E’ chiaro però che il full electric ha un costo più elevato rispetto ad un tradizionale motore endotermico. Se vogliamo andare verso una diminuzione della CO2 è, dunque, molto evidente che serve anche l’aiuto della Comunità Europea che ha posto delle normative e ristretto i limiti di CO2. Dobbiamo quindi continuare anche nei prossimi anni con una politica di aiuto per i consumatori per accelerare questa fase di transizione”, conclude Mattogno.