La Corte costituzionale ha esaminato oggi in Camera di Consiglio la legittimità dei Decreti del presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm), su istanza sollevata da un giudice di pace di Frosinone. Esaminata in particolare la legittimità costituzionale dei decreti legge numero 6 e numero 19 del 2020, entrambi convertiti in legge, riguardanti l’adozione, mediante Dpcm, di misure urgenti di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19.
In attesa del deposito della sentenza nelle prossime settimane, si apprende che la Corte ha ritenuto inammissibili le censure al Decreto legge numero 6, perché non applicabili al caso concreto. Ha poi giudicato non fondate le questioni relative al Decreto legge numero 19, poiché al Presidente del Consiglio non è stata attribuita altro che la funzione attuativa del decreto legge, da esercitare mediante atti di natura amministrativa.
Nel caso concreto, un cittadino aveva proposto opposizione contro la sanzione amministrativa di 400 euro inflittagli per essere uscito dall’abitazione durante il lockdown dell’aprile 2020, in violazione del divieto stabilito dal Dl e poi dal Dpcm. Secondo il Giudice di pace, i due decreti legge avrebbero delegato al Presidente del Consiglio una funzione legislativa e perciò sarebbero in contrasto con gli articoli 76, 77 e 78 della Costituzione.