E’ morto a 71 anni Antonio Pennacchi, vinse lo Strega

Antonio Pennacchi è morto oggi nella sua casa di Latina. Lo scrittore, vincitore del Premio Strega nel 2010 con ‘Canale Mussolini’, aveva 71 anni e sembra che sia stato colpito da un malore nel corso di una telefonata con la moglie.  

Era nato a Latina il 26 gennaio 1950, figlio di coloni della bonifica dell’Agro Pontino, da padre umbro e madre veneta. Da ragazzo Antonio Pennacchi si iscrive all’Msi, ma viene espulso dopo qualche anno per una manifestazione antiamericana contro la guerra in Vietnam. Decide poi di aderire ai marxisti-leninisti di ‘Servire il Popolo’. Successivamente entra, nell’ordine: nel Psi, nella Cgil, nella Uil, nel Pci e di nuovo nella Cgil. E’ stato operaio per quasi trent’anni, trascorsi per lo più a turni di notte, presso la Fulgorcavi (poi Alcatel Cavi, poi Nexans) di Borgo Piave, a Latina. L’ultima espulsione – quella dalla Cgil nel 1983, a firma di Sergio Cofferati, allora segretario dei chimici – l’ha convinto a chiudere con la politica attiva. Così s’è rimesso a studiare e a scrivere.  

Nel 1994, a 44 anni, – sfruttando un periodo di cassintegrazione – si è laureato in Lettere con una tesi su Benedetto Croce. Nello stesso anno c’è stata la pubblicazione per Donzelli di ‘Mammut’, che in 8 anni aveva collezionato 55 rifiuti da 33 diversi editori (ad alcuni lo rispediva cambiando titolo). Seguiranno, sempre per Donzelli, ‘Palude’ (1995) e ‘Una Nuvola Rossa’ (1998) e, con Valsecchi, ‘L’Autobus di Stalin e altri scritti’. Nel 2003 per Mondadori pubblica il romanzo ‘Il fasciocomunista’ che vince il Premio Napoli e da cui è tratto il film ‘Mio fratello è figlio unico’, diretto da Daniele Luchetti. Nel 2006, sempre con Mondadori, esce la raccolta di racconti ‘Shaw 150. Storie di fabbrica e dintorni’. Nel 2008, per Laterza, viene pubblicato ‘Fascio e Martello. Viaggio per le città del Duce’. 

Nel 2010, per la casa editrice Mondadori, esce “Canale Mussolini”, con cui Antonio Pennacchi vince il Premio Strega ed è finalista al Premio Campiello. Sempre nel 2010 esce, per Laterza, “Le Iene del Circeo”. Hanno fatto seguito “Storia di Karel” (2013), “Camerata Neandertal. Libri, fantasmi e funerali vari” (2014), “Canale Mussolini. Parte seconda” (2015), “Il delitto di Agora” (2018), rivisitazione del thriller “Una nuvola rossa“ pubblicato nel 1998, e “La strada del mare” (2020). Nel 2011, in occasione delle elezioni comunali di Latina è tornato alla politica attiva sostenendo Futuro e Libertà e ottenendo l’1,05% delle preferenze. 

Pennacchi ha collaborato con “Limes” e suoi scritti sono apparsi su ‘Nuovi Argomenti’, ‘Micromega’ e ‘La Nouvelle Revue Française’. 

“Una enorme perdita non solo per la città di Latina ma per tutto il Paese” ha commentato Damiano Coletta, sindaco di Latina. “I suoi racconti hanno reso il nostro territorio un luogo letterario, dalla Fondazione ai giorni nostri. È una vera e propria icona di Latina. Pennacchi appartiene al patrimonio della città e tutti i latinensi oggi gliene rendono giustamente merito. Porgo le più sentite condoglianze alla sua famiglia a nome dell’Amministrazione comunale e di tutta la città di Latina”.  

“Conoscere una persona come lui poteva essere solo che una fortuna” ha detto all’Adnkronos Filippo Cosignani, avvocato ed ex consigliere comunale di Latina. “A me questa fortuna è capitata e mi spiace che gli altri non lo abbiano conosciuto come è capitato a me. Era una persona eccezionale sotto ogni punto di vista, da quello umano a quello professionale. La sua idea di uguaglianza, la sua attenzione verso gli altri erano tratti che lo contraddistinguevano”. 

“Con Antonio Pennacchi ci lascia un grande scrittore, un intellettuale libero, schietto e irriverente” ha scritto in un post su Facebook il governatore del Lazio Nicola Zingaretti. “Ha raccontato con grande passione un pezzo della nostra terra e della nostra storia”.  

 

 

 

 

(Adnkronos)