Passano entrambi al Senato sia l’odg unitario di Pd, M5S, Iv e Leu che chiede al governo lo scioglimento di Forza Nuova, sia la mozione del centrodestra che chiede un impegno a contrastare tutte le forze eversive. Nel caso dell’odg unitario hanno votato a favore Pd, M5S, Iv e Leu mentre Lega e Fi si sono astenuti e Fdi ha votato contro. Sulla mozione del centrodestra, invece, ad astenersi sono stati Pd, M5S, Iv e Leu. Si sono registrati solo due voti contrari quello del dem Andrea Marcucci e di Sandro Ruotolo del Misto. Entrambe le votazioni sono avvenute per alzata di mano.
“Passa al Senato mozione di Pd-M5S-Leu per lo scioglimento di Forza Nuova e altre organizzazioni fasciste. Astenuti Forza Italia e Lega. Contraria Meloni. E’ evidente che una destra che non recide i legami con il neofascismo non è adatta a governare. Oggi l’ennesima conferma”. Così il coordinatore di Art.1, Arturo Scotto, su Twitter.
Non è una vera e propria retromarcia ma, con la trasformazione delle mozioni che chiedevano lo scioglimento di Forza nuova e delle organizzazioni politiche di matrice fascista in un odg, la linea dura giocoforza si ammorbidisce. E’ un’operazione di realpolitik quella attuata da Pd, Leu, Psi, M5s, Iv e delle Autonomie al Senato, che nel testo presentato in sostituzione delle mozioni si “impegna il governo a valutare le modalità per dare seguito al dettato costituzionale in materia di divieto di riorganizzazione del disciolto partito fascista e alla conseguente normativa vigente, adottando i provvedimenti di sua competenza per procedere allo scioglimento di Fn e di tutti i movimenti politici di chiara ispirazione fascista, artefici di condotte punibili ai sensi delle leggi attuative della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione repubblicana”.
La mozione del Pd, così come quella depositata dal M5S con lo stesso dispositivo, impegnava invece il “Governo a dare seguito al dettato costituzionale in materia di divieto di riorganizzazione del disciolto partito fascista e alla conseguente normativa vigente, adottando i provvedimenti di sua competenza per procedere allo scioglimento di Forza Nuova e di tutti i movimenti politici di chiara ispirazione neofascista artefici di condotte punibili ai sensi delle leggi attuative della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione repubblicana”.
L’odg essendo un atto parlamentare di indirizzo rivolto al governo, in pratica si riallinea alle norme previste nell’articolo 3 della cosiddetta Legge Scelba del 20 giugno 1952 che vieta la ricostruzione dei partiti di ispirazione fascista. “Qualora – recita il testo della legge Scelba – con sentenza risulti accertata la riorganizzazione del disciolto partito fascista, il ministro per l’Interno, sentito il Consiglio dei Ministri, ordina lo scioglimento e la confisca dei beni dell’associazione o movimento. Nei casi straordinari di necessità e di urgenza, il Governo, sempre che ricorra taluna delle ipotesi previste nell’art. 1, adotta il provvedimento di scioglimento e di confisca dei beni mediante decreto-legge ai sensi del secondo comma dell’art. 77 della Costituzione”.