(Adnkronos) – Sono poco ‘friendly’ rispetto alle conoscenze di finanzia o di economia ma ben l’80% dei ragazzi italiani della Generazione Z gestisce denaro in autonomia, cifre che vanno dai 500 euro e fino ad oltre 2.000 euro. Eppure appena 1 su 5 dei giovani Z non pensa a quanti soldi ha a disposizione prima di comprare qualcosa. Insomma, scarse conoscenze delle dinamiche economico finanziarie, entrate limitate e spese spesso elevate e un allarme su tutti: Il 12% dei ragazzi della Generazione Z ricava guadagni da vincite a scommesse, giochi e lotterie. E’ il quadro che emerge dall’indagine promossa da Esdebitami Retake, e condotta da Nomisma, sui giovani della fascia d’età compresa tra i 18 e i 25 anni per indagare le loro abitudini di spesa e inoltre la loro conoscenza delle dinamiche finanziarie. I dati sono stati presentati in occasione dell’evento “Gen Z e consapevolezza finanziaria tra digitale, tecnologia e new economy”, una iniziativa che rientra nel mese dell’educazione finanziaria ed è promossa dal Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria del ministero dell’Economia e Finanza. L’indagine ha toccato anche temi come le conoscenze finanziarie di base dei ragazzi, gli strumenti di pagamento e risparmio più utilizzati da loro e da questa analisi emergono tante soluzioni digitali e anche le cryptowallet.
Stando all’indagine, in 7 casi su 10 le entrate dei ragazzi non sopperiscono le loro spese e a supportarli sono i genitori che però “non sempre controllano” le finanze dei loro ragazzi. Considerando la disponibilità finanziaria dei ragazzi appartenenti alla Gen Z emerge come 8 su 10 abbiano avuto negli ultimi 12 mesi denaro da gestire in autonomia, con un’entrata media mensile pari a 842 euro tra stipendio, paghetta e regali. Gli analisti sottolineano che il denaro che hanno a disposizione deriva da una combinazione di stipendio o proventi da un’attività lavorativa (nel 57% dei casi), di regali ricevuti (37%), di una somma fissa elargita dai genitori (32%) e somme di denaro date all’occorrenza (30%). L’indagine rileva inoltre che nella fascia di età della Generazione Z meno del 40% dei ragazzi ha un’occupazione lavorativa più o meno stabile, nel complesso rimane elevato il supporto da parte della famiglia nella copertura delle spese mensili: ben il 62% di chi lavora e il 72% di chi non lavora non riesce infatti a far fronte alle spese mensili, anche per una frequente difficoltà a gestire in modo consapevole l’equilibrio tra risorse disponibili e spese.
Diverse, invece, le modalità di approccio alla spesa: il 42% dei giovani tra i 18 e i 22 anni sostiene di valutare attentamente l’opportunità di fare o meno un acquisto in base alle proprie disponibilità finanziarie (39% nel caso di ragazzi tra i 23 e 25 anni). Un accorgimento usato frequentemente è quello di fissare un limite di spesa giornaliero o settimanale cercando di non superarlo (dal 39% dei ragazzi tra i 18 e 22 anni e dal 42% di quelli tra i 23 e i 25 anni). Dall’indagine emerge, però, che 1 ragazzo su 5 non pensa a quanti soldi ha a disposizione prima di effettuare un acquisto. L’indagine è stata presentata da Roberta Gabrielli, Head of marketing and business process di Nomisma, nel corso di un incontro a Le Village By Credit agricole, a Milano, ed è stata commentata da Nicola Ferrigni, professore associato di sociologia Link Campus University di Roma e Direttore Osservatorio permanente sui giovani Generazione Proteo; Francesco Butti – Educatore Fom-Fondazione Oratori Milanesi, Luigi Ursino, presidente Esdebitami Retake. “La fotografia scattata dall’indagine Nomisma evidenzia una mancanza di consapevolezza delle dinamiche finanziarie molto diffusa tra i più giovani, ma anche in seno alle loro famiglie di origine” ha commentato Ursino. “In questo contesto – ha aggiunto Ursino- si inserisce l’incontro formativo odierno che, partendo dalle lacune evidenziate, intende trasferire a giovani, docenti e scuole pillole formative utili per gestire le proprie finanze in modo più consapevole, evitando così di commettere errori, fare scelte economiche avventate e cadere in situazioni di sovraindebitamento”.
Per Nicola Ferrigni, professore associato di Sociologia alla Link Campus University di Roma e Direttore Osservatorio permanente sui giovani Generazione Proteo, “nel vissuto dei ragazzi della Generazione Z “prevale la dimensione affettiva e relazionale come dimostra la centralità del rapporto dei giovani con la famiglia, quale principale influencer delle proprie scelte, anche in materia economico-finanziaria”. “La priorità accordata alla sfera valoriale trova riscontro nell’attenzione dei giovani al proprio benessere psico-fisico: il well-being esula infatti da una dimensione materiale, per riconnettersi con la centralità della ‘sfera del sé’, quale punto di arrivo delle scelte e delle proiezioni future” ha indicato inoltre il sociologo. (di Andreana d’Aquino)