La Regione annuncia il ritorno a scuola da oggi ma alcuni sindaci, tra cui quello di Palermo, emana nella tarda serata di ieri un’ordinanza con la quale annuncia la sospensione delle lezioni “almeno fino a sabato” e un gruppo di genitori, tra cui alcuni avvocati e magistrati, fa ricorso e impugna la sospensione davanti al Tar di Palermo. “Dopo avere finalmente accolto ieri con soddisfazione, la notizia per la quale in Sicilia da oggi, finalmente gli studenti sarebbero tornati a scuola “in presenza”, in ossequio alle perentorie e chiare indicazioni del Governo “Draghi”, ed a seguito della riunione della task force regionale, apprendiamo con sgomento e nuovo stupore dalla stampa, che l’Assemblea dell’Anci ha stabilito che i Sindaci dell’isola adottino singole ordinanze per “pericolo” con le quali si stabilisce che le scuole rimangano ancora chiuse”, dicono i genitori rappresentati dall’avvocato Fabrizio Dioguardi.
“Non possiamo ancora subire le irragionevoli decisioni adottate a livello prima regionale ed ora anche da parte dei Sindaci di Palermo e Agrigento, provvedimenti cha appaiono, inoltre, palesemente contrari alle legge, alle decisioni della Corte Costituzionale che hanno già chiarito che le misure di contenimento dei contagi dovuti a Covid 19 rientrino nella materia della profilassi internazionale e pertanto alla competenza esclusiva dello Stato, e che deroghe alla “scuola in presenza” siano ammesse solo nel caso in cui si tratti di “zona rossa”, e sulla base di presupposti che non appaiono ricorrere nel caso in esame, sia in fatto che in diritto”, dicono i genitori.
“Per queste ragioni siamo decisi da genitori e da cittadini, magistrati, professionisti, dipendenti pubblici e privati, ad impugnare i provvedimenti emessi in violazione di legge, e dell’interpretazione resa dalla giurisprudenza costituzionale e di legittimità a tutela del diritto allo studio garantito dalla Costituzione, messo fortemente ed irragionevolmente alla prova e sacrificato, da ordinanze non sorrette da alcun supporto normativo”, aggiungono.