Gli esperti: “Con Ai verso medicina sempre più preventiva e personalizzata”

La tecnologia può migliorare il percorso di cura del paziente cronico. L’intelligenza artificiale (Ai), la diagnostica per immagini, il teleconsulto e il tele-monitoraggio stanno cambiando la medicina che, grazie a piattaforme digitali come OPeNet – utilizzata da circa 600 medici di medicina generale – diventa sempre più preventiva e personalizzata. E la tecnologia che aiuta il medico a intercettare il paziente a rischio di una patologia è stata protagonista del sesto Talk di Alleati per la Salute, il portale dedicato all’informazione medico-scientifica realizzato da Novartis. ‘Tecnologia: ponte tra medico e paziente’ il titolo del dibattito, al quale hanno partecipato Daniela Scaramuccia, responsabile del settore pubblico e sanità per Ibm Global Business Services in Italia, Nicola Calabrese, presidente di NetMedica Italia, Francesco Barbieri, Head of Embrace Line di Novartis Italia, e Silvia Bencivelli, medico, giornalista, divulgatrice e anche voce del podcast di Alleati per la Salute. Moderatore del talk Federico Luperi, direttore Innovazione e Nuovi media Gruppo Adnkronos.  

Facilitando il dialogo tra medico e specialista su piattaforme digitali – è emerso dall’incontro – si può garantire al paziente cronico, specie se in aree geografiche remote e poco servite, lo stesso accesso alle cure di chi vive vicino a centri di eccellenza. Un aspetto non secondario, se si considera che in Italia ci sono 24 milioni di malati cronici. Inoltre – è stato ribadito – dopo la lezione della pandemia di Covid-19, il modello che mette l’ospedale al centro ha mostrato tutti i suoi limiti, sia nella gestione di tutti i pazienti. Per questo la sanità si ridisegna puntando su un’assistenza territoriale indirizzata verso la domiciliarità e sulla telemedicina.  

E in aiuto dei medici di famiglia arrivano nuovi strumenti come OPeNet piattaforma nata da una collaborazione tra Net Medica Italia, Novartis e Ibm Italia, già utilizzata da più di 500 medici di medicina generale su tutto il territorio nazionale. Una delle principali qualità di OPeNet risiede nella capacità di integrarsi e scambiare dati con i sistemi gestionali e le piattaforme utilizzate dai medici di famiglia tramite i servizi di Net Medica Italia, per favorire nuovi canali di collaborazione con lo specialista per un consulto sul quadro clinico del paziente e sulle terapie somministrate. “Questa piattaforma innovativa open source – ha detto Calabrese – nasce da una partnership con Novartis e Ibm per mettere a disposizione dei medici uno strumento innovativo che facilita la presa in carico e la gestione dei pazienti cronici. Abbiamo attivato il servizio per lo scompenso e la psoriasi. E’ uno strumento di grande utilità”. 

“Attiviamo una serie di alert di indicatori che supportano il medico rispetto alla presa in carico del paziente – ha proseguito Calabrese – Siamo partiti circa 10 anni fa. E’ importante gestire al meglio e razionalizzare i percorsi della cronicità, che assorbono molte risorse, e facilitare l’accesso alle cure e migliorare la qualità di vita del paziente. Con la pandemia si è modificato il rapporto medico-paziente e con la tecnologia c’è un nuovo modo di relazionarsi”. Al di là della sicurezza sui dati trasmessi, “sistemi come mail e WhatsApp non vanno bene: serve un progetto unico di rinnovamento tecnologico della medicina generale, ma il contatto del medico, da parte del paziente, deve avvenire nel rispetto di ruoli e della fiducia – ha sottolineato il presidente di NetMedica Italia – Richieste inappropriate che arrivano a tutte le ore del giorno e della notte causano stress. Serve un salto culturale, essere medici e pazienti nuovi”.  

“Novartis – ha affermato Barbieri – ha messo a disposizione di OPeNet il know how del modello scientifico che risale a diversi decenni di supporto dei medici che sono curiosi, hanno una grande memoria, ma serve spiegare loro bene il fine, l’utilità che c’è per il medico di medicina generale, così come per lo specialista e il paziente”. Da febbraio 2021 ad oggi, ha ricordato l’Head of Embrace Line di Novartis Italia, “abbiamo circa 600 medici collegati e 900 hanno già chiesto di essere inseriti nella piattaforma. Considerando una media di 1.500 pazienti per ciascun medico di medicina generale, i benefici sono per circa 600 mila pazienti”. 

Il programma OPeNet “rivede anche l’integrazione con lo specialista. L’interpolazione dei dati con il know how medico-scientifico ha portato ad un algoritmo che permette di capire qual è il migliore processo per curare i pazienti. Applicando questo all’informatica, abbiamo educato l’Ai che continua ad aggiornarsi per questa attività”, ha concluso Barbieri. 

(Adnkronos)