Illycaffè, ad Scocchia: “Nessun aumento tazzina, nonostante crescita costi materia prima”

(Adnkronos) – “Nel 2024 non abbiamo fatto nessun aumento di prezzo né a oggi abbiamo intenzione di farlo”. Così, con Adnkronos/Labitalia, sull’andamento del prezzo del caffè per i consumatori, Cristina Scocchia, ad di illycaffè, lo storico marchio del caffè made in Italy. “E’ ovvio che questa intenzione dovrà essere rivista di mese in mese sulla base di quello che è l’andamento del caffè verde, perché ovviamente sta succedendo di tutto sul costo di questa materia prima. Però per il momento nel 2024 non è stato fatto nessun ritocco al rialzo del prezzo e non prevedo di farlo”. 

“Tra il 2022 e il 2023 – spiega Scocchia – abbiamo subito un aumento del costo della materia prima del 17%. A fronte di questo più 17% abbiamo deciso di riflettere solo un terzo di questo aggravio di costi sui consumatori finali. Come l’abbiamo fatto? Abbiamo aumentato del 3% nel 2022 e del 3% a gennaio del 2023. Quindi in due anni abbiamo aumentato in totale del 6% il prezzo a fronte di un incremento invece del costo di produzione di tre volte tanto”, sottolinea.  

E il motivo per Scocchia è semplice. “Perché? Perché essendo, comunque, una B-Corp, un’azienda etica abbiamo cercato di non riversare a valle questo aumento enorme dei costi di produzione, ma di trattenerne due terzi sulle nostre spalle comprimendo i nostri margini pur di non scaricare il tutto sui consumatori”.  

“E’ un momento di tempesta perfetta per il mercato del caffè” dice l’amministratrice delegata di Illycaffè. “Negli ultimi sei mesi abbiamo visto un calo del prezzo del caffè verde, che è stato anche significativo tra settembre e ottobre del 2023, perché il caffè verde è sceso intorno a quota 150 cents per libra, che sembrava essere un ottimo segnale. Purtroppo, poi, però c’è stato un ‘rally’ vero e proprio che ha portato il prezzo fino a toccare 258 quindi una cifra addirittura più alta del picco del 2022. Questo picco a 258 è difficile da spiegare solo con ragioni fisiche, e cioè la siccità in Vietnam. Sicuramente, infatti, ci sono anche speculazioni in atto perché molti Fondi hanno acquistato ‘future’ sul caffè, sia qualità robusta che arabica, e quindi sicuramente queste forti speculazioni dei fondi stanno avendo un impatto”.  

E Scocchia ha ripercorso gli andamenti degli ultimi anni del mercato della materia prima acquistata dai trasformatori. “Io mi ricordo di essere arrivata in Illycaffè il primo gennaio del 2022 e gli ultimi dati che avevo letto prima di arrivare in azienda, nel novembre del 2021, parlavano di un costo del caffè verde di 110 cents per libra. Arrivo a gennaio del 2022 e scoppia a febbraio la guerra in Ucraina e inizia a vedersi questo fenomeno inflattivo, che poi abbiamo visto su tutti i fronti, e il costo del caffè verde è schizzato a 220. Quindi è letteralmente raddoppiato, da 110 a 220 cents per libra ed è rimasto significativamente alto per tutto il 2022”, sottolinea. 

E oggi la situazione non è ancora delle migliori. “Oggi giriamo intorno ai 195-205 a seconda dei giorni – spiega – però sicuramente per chi come noi fa caffè di qualità non è possibile ‘stoccarsi’ nel momento in cui il prezzo è basso perché dobbiamo garantire la massima qualità possibile e quindi la massima freschezza possibile. Quindi è ovvio che per noi fare delle stime di medio e lungo termine con un costo della materia prima che varia in maniera così ampia è molto difficile”. 

“L’idea del caffè sintetico al momento la prendo più come una provocazione” dice l’ad Scocchia. “Si sente parlare molto di carne sintetica e quindi perché no anche di caffè sintetico. Forse sarà il prodotto del futuro però credo che sarà, se mai lo sarà, un prodotto destinato comunque a un livello qualitativo medio-basso. Poi per carità il progresso ci stupisce sempre in tutti gli ambiti quindi bisogna rimanere aperti ma non mi immagino il caffè sintetico come un caffè di qualità alta. Mi immagino il caffè sintetico come tutto ciò che è sintetico nell’agroalimentare, come un prodotto che va a occupare le fasce medio-basse e basse del mercato. Noi invece non solo compriamo solo arabica, che è la miscela più prestigiosa, ma scegliamo l’1% migliore di chicchi di arabica, quelli prodotti solo in maniera sostenibile quindi per noi la qualità, la sostenibilità e quindi la naturalezza del prodotto sono fondamentali. Prendiamo il migliore 1% di chicchi di caffè che la natura produce, la natura, non il laboratorio. Quindi per chi come noi fa della qualità un mantra, il caffè sintetico è una provocazione e nulla di più”.  

E Scocchia spiega come sta operando illycaffè per contrastare questi effetti. “Se nel futuro il caffè sintetico – spiega – diventerà un prodotto per altri marchi con posizionamenti diversi questo lo vedremo. Noi continuiamo invece a lavorare con serietà, con impegno e con investimenti a quella che è l’agricoltura circolare e rigenerativa. Lavoriamo quotidianamente con i nostri produttori di caffè, abbiamo i nostri agronomi che sono nelle piantagioni tutti i giorni per insegnare ai produttori come aumentare il rispetto dell’ambiente tramite le tecniche di agricoltura circolare e rigenerativa in modo tale da tutelare l’ambiente e continuare a produrre qualità superiore e sostenibile”, conclude. 

(Adnkronos)