Israele-Libano, “qualche progresso verso cessate fuoco”

(Adnkronos) – “Qualche progresso” per il cessate il fuoco tra Israele e Libano. Lo ha riferito il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa’ar che, rispondendo ad una domanda specifica, ha detto: “C’è stato qualche progresso, stiamo lavorando con gli americani su questo”.  

Sa’arha anche parlato dei fermi scattati dopo i fatti di Amsterdam. “Sono stato informato dal sindaco di Amsterdam che è stata creata una squadra investigativa apposita, ma posso dire che finora il numero degli arresti è molto basso”, ha affermato, aggiungendo che Israele ha offerto il suo contributo alle indagini. 

 

Gli Houthi dello Yemen, che da anni l’Iran è accusato di sostenere, rivendicano un attacco contro il centro di Israele. Secondo il portavoce Yahya Saree, gli Houthi “hanno condotto un’operazione con la base militare di Nahal Sorek (a sudest di Haifa) nel mirino”. Il portavoce ha parlato di “un lancio preciso e di un incendio nei pressi del sito preso di mira”.  

 

Accuse allo Shin Bet da Yair Netanyahu. Il figlio del premier israeliano Benjamin Netanyahu punta il dito contro l’Agenzia sostenendo stia cercando di rovesciare il governo del padre e “torturando” militari delle Idf nel mezzo di una serie di notizie che coinvolgono l’ufficio del primo ministro. “Lo Shi Bet che arresta e tortura per sciocchezze ufficiali delle Idf, è lo stesso Shin Bet che alcuni mesi fa ha rilasciato il ‘Dottor Mengele’ di Gaza, il direttore dello Shifa Hospital, insieme con decine di terroristi con il pretesto che non c’era posto nelle carceri?”, scrive in una serie di post su X rilanciati stamani dal Times of Israel. 

In un altro parla di “un colpo di stato contro la scelta democratica della popolazione da parte della Procura, dei media e dei tribunali”, alludendo alle accuse di corruzione contro il padre. E aggiunge: “Non c’è ancora stato un golpe contro la scelta democratica della popolazione da parte di tutti quanti sopra, più lo Shin Bet e i militari”. “Una repubblica delle banane come l’America negli anni Sessanta”, incalza Yair Netanyahu, a Miami da un anno. E in un altro post se la prende con le indagini che riguardano l’ufficio del premier israeliano, volte – a suo avviso – a “nascondere all’opinione pubblica le decisioni della giunta della notte del 7 ottobre che hanno escluso il premier”. 

 

Donald Trump dovrebbe “porre fine” al conflitto nella Striscia di Gaza, dove proseguono le operazioni militari israeliane contro Hamas avviate dopo l’attacco del 7 ottobre 2023 in Israele. Lo ha detto il portavoce della diplomazia iraniana, Esmaeil Baghaei. Il presidente eletto degli Stati Uniti, ha affermato, dovrebbe “mettere fine al continuo genocidio” nell’enclave palestinese.  

 

 

 

 

 

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