(Adnkronos) –
Primo giorno per gli eletti alla 19esima legislatura a Camera e Senato. In entrambe le aule i primi a tagliare il traguardo sono di Fratelli d’Italia. E anche l’emozione è la stessa. A Montecitorio è la deputata di Fdi Ylenja Lucaselli, classe ’76. Le registrazioni iniziano con qualche minuto d’anticipo: inizialmente fissate per le 15, Lucaselli viene fatta accomodare alle 14.50. La parola che accomuna tutti, deputati al secondo, terzo o ‘enne’ giri di boa e neo eletti, è la stessa: “Grande emozione”, perché quest’anno la Legislatura si apre con molte incognite, figlie innanzitutto del taglio dei parlamentari, con ripercussioni inevitabili sui lavori dell’Aula e delle Commissioni.
Nella Sala del Mappamondo, allestita come di consueto per l’occasione, nulla è lasciato al caso: i deputati, previa prenotazione, riceveranno il tesserino da parlamentare per il quale devono anche fare una foto e lasciare le impronte digitali per il voto. In dono, inoltre, otterranno una piccola bag con dentro il regolamento della Camera e una guida del parlamentare con tutte le informazioni utili per la vita nel Palazzo.
Attorno alle 15 sono soprattutto i deputati di Fdi ad arrivare ‘alla Mappamondo’, si riconoscono subito: la maggior parte ha con sé il dono ricevuto in mattinata dalla premier in pectore Giorgia Meloni- cravatta con piccolo logo tricolore per gli uomini e un foulard per le donne. Ma ci sono anche grillini – di nuovo e di vecchio corso – ed esponenti degli altri partiti: tra i primi ad arrivare il ministro Andrea Orlando, pronto a ‘sbrigare la pratica’ prima del Cdm, il sottosegretario Giorgio Mulé, il renziano Matteo Richetti nonché la dem Michela Di Biasi. Elegantissima, nel suo tailler nero, tacchi a riporto e perle ai lobi.
D’altronde tutti – soprattutto chi è all’esordio in Parlamento- sono arrivati a Montecitorio vestiti di tutto punto: completi eleganti per gli onorevoli, tailleur -molti colorati, dal blu al fucsia al verde bosco- per le donne. Unico elemento di ‘rottura’, le sneakers ai piedi, calzate indifferentemente da deputati e deputate, in linea con i tempi che corrono.
Tra i volti noti arrivati a Montecitorio c’è quello di Rita Dalla Chiesa, voluta in Parlamento da Silvio Berlusconi in persona, che ha puntato tantissimo sulla sua candidatura. Lei -come tanti altri eletti, soprattutto ‘giovani leve’- fa i conti con la mancata prenotazione della registrazione, costretta a ripiegare su un appuntamento nella giornata di mercoledì.
“Sono molto emozionata”, ammette, spiegando che non tutti i mali vengono per nuocere: “Vabbè, ho rotto il ghiaccio – dice – annusato un po’ l’aria e visto l’effetto che fa”. Poi chiede ai commessi indicazioni per un’uscita secondaria con l’obiettivo di dribblare i fotografi, assiepati all’ingresso principale: solo un antipasto della ressa che ci sarà giovedì prossimo, quando si taglierà ufficialmente il nastro della XIX Legislatura.
Anche a Palazzo Madama è di Fratelli d’Italia il primo senatore ad accreditarsi per la nuova legislatura. Nicola Calandrini pochi minuti dopo le 9, orario di apertura degli uffici, già aveva sbrigato tutte le formalità (foto, documenti, varie firme sui moduli) in sala Caduti di Nassirya e ritirato il kit per i nei eletti: regolamento del Senato, Costituzione, Trattati internazionali. “Io il primo? Di buon auspicio per la legislatura. L’emozione c’è… Come per il primo giorno di scuola”, ha spiegato Calandrini, seguito a un’incollatura da Luca Di Carlo, sempre Fratelli d’Italia.
Il partito di Giorgia Meloni l’ha fatta da padrone nella prima giornata di registrazione dei senatori. A spiccare sono state l’eleganza e l’emozione di tutti i neo parlamentari, con i debuttanti a farla da padrone. Per vedere i big di palazzo Madama scattare la foto per il nuovo ‘facciario’ e ritirare il tesserino per votare e andare al ristorante bisognerà, invece, aspettare un po’: Silvio Berlusconi è atteso tra mercoledì sera e giovedì mattina, Matteo Renzi ha dato appuntamento ai suoi direttamente giovedì, Carlo Calenda dovrebbe fare un salto in Senato domani, martedì. Tra gli altri.
Dei circa 50 senatori su 200 ‘depennati’ dalla lista nelle mani degli assistenti parlamentari a metà giornata la gran parte erano di FdI. Un po’ per una questione matematica, essendo i più votati. Poi perché in mattinata la Meloni li ha riuniti a Montecitorio e molti hanno approfittato per registrarsi subito. “Siamo il primo partito, per noi c’è anche una responsabilità in più”, dice sempre Caladrini. Per tutti un punto di riferimento è stato il capogruppo uscente Luca Ciriani, non a caso anche lui tra i primi ad accreditarsi. “Luca, andiamo di qua ora?”, chiedono i più spaesati all’esperto collega che ha aiutato tutti a orientarsi.
Tra i veterani c’è anche chi ha appena traslocato dalla Camera come Alessio Butti (FdI) e Walter Verini (Pd). Non manca un ex ministro come Giulio Terzi di Sant’Agata. E c’è anche chi, confermato, si appresta a interpretare un ruolo nuovo a palazzo Madama dopo 5 anni: “Ci prepariamo a una legislatura in cui saremo opposizione responsabile ma intransigente”, promette Mariolina Castellone, capogruppo uscente del M5S e ormai ex maggioranza.
Ma gli occhi sono tutti per gli esordienti. Elegante e composto, quasi sull’attenti, Raffaele De Rosa (M5s) confessa: “Nella vita sono militare, capitano. Un gran bel salto…”. Quasi tremano le gambe a Guido Castelli, assessore nelle Marche sempre in quota FdI: “Servire le istituzioni è un’emozione incredibile. Diventare senatore è il sogno nel cassetto di chi ha cominciato a fare politica a 20 anni”, rivela. A rappresentare gli amministratori locali c’è anche Costanzo Della Porta, sindaco del piccolo comune molisano di San Giacomo degli Schiavoni, pure lui meloniano: “Adesso si studia, perché di studiare non si finisce mai”.
Poco prima di pranzo arriva anche un giovane, Michele Fina, del Pd: “Diventare senatore a 44 anni, non l’avrei mai immaginato! Anche se per chi, come me, ha la passione politica in pratica sin da bambino le istituzioni restano l’obiettivo più alto”, dice. Fina, segretario regionale dem in Abruzzo, ha più di un motivo per essere orgoglioso del suo primo giorno a palazzo Madama: “Mi hanno appena comunicato che nella prima seduta, presieduta da Liliana Segre in quando senatrice più anziana, saremo in 6 scelti tra i senatori più giovani ad accompagnarla”. Attesissimo, tra i commessi curiosi e tifosi, arriva anche Claudio Lotito, che un seggio lo aveva già nella scorsa legislatura ma non gli è mai stato assegnato per un contestazione: “Sento il peso di una grande responsabilità ma sono pronto a farmene carico, forte anche della mia formazione umanistica e cattolica”, dice con solennità. Poi arriva Ignazio La Russa e lo saluta: “Per te è la seconda legislatura!”.