(Adnkronos) – Migliaia di walkie talkie sono esplosi in Libano, provocando 9 morti e circa 300 feriti. Si tratta di dispositivi utilizzati dai membri di Hezbollah. Sembra essere, quindi, una seconda operazione contro l’organizzazione sciita, dopo l’attacco di ieri e le esplosioni su larga scala di cercapersone che hanno causato almeno 12 morti tra cui due bambini e migliaia di feriti.
Tre persone hanno perso la vita a causa di esplosioni a Sohmor nella Valle della Bekaa come riporta l’agenzia di stampa libanese Nna. L’emittente al-Jazeera ha parlato di oltre 20 feriti in diverse aree del Libano.
Secondo fonti citate dal giornalista Barak Ravid sul social X, i walkie talkie con all’interno trappole esplosive facevano parte del sistema di comunicazioni di emergenza che Hezbollah avrebbe dovuto utilizzare in caso di guerra con Israele.
Una fonte della sicurezza ha confermato alla Cnn che i device, esplosi oggi in Libano, sono walkie talkie. Secondo l’emittente americana, sarebbero state 15-20 le esplosioni nei sobborghi meridionali di Beirut e altre 15-20 nel sud del Paese. I walkie talkie, precisa la fonte, sono nettamente meno diffusi tra i militanti di Hezbollah rispetto ai cercapersone. Vengono distribuiti, infatti, solo alle persone che organizzano eventi come funerali e marce.
I walkie talkie erano stati acquistati da Hezbollah circa cinque mesi fa, spiegano fonti di sicurezza citate dal Times of Israel, nello stesso periodo dunque in cui erano stati comprati i cercapersone.
Anche diversi pannelli solari, essenziali per la tenuta del sistema energetico del Libano, denuncia l’agenzia libanese Nna, sono esplosi in un certo numero di abitazioni nel sud del Paese dei cedri.
Intanto il Segretario di stato americano Antony Blinken ha smentito le notizie secondo cui gli Stati Uniti sarebbero stati a conoscenza dell’attacco compiuto ieri.
Blinken, al Cairo nel quadro della sua decima visita nella regione dal 7 ottobre, ha poi sottolineato la necessità di arrivare ad un cessate il fuoco. “Sappiamo tutti che un cessate il fuoco è la migliore occasione per far fronte alla crisi umanitaria a Gaza e ai rischi per la stabilità regionale”, ha affermato nel corso di una conferenza stampa.
Secondo Axios, il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha chiamato il capo del Pentagono Lloyd Austin pochi minuti prima che partisse l’attacco israeliano. Secondo il sito, solitamente ben informato, la telefonata di Gallant era un tentativo di evitare di lasciare Washington completamente all’oscuro.
“Gli Stati Uniti non sapevano nulla, né sono stati coinvolti in questi incidenti”, ha affermato Blinken durante la conferenza stampa al Cairo, sottolineando che “stiamo ancora raccogliendo informazioni e fatti”. “Parlando in generale, siamo stati chiari e rimaniamo molto chiari riguardo all’importanza che tutte le parti evitino passi che possano provocare un’escalation del conflitto che stiamo cercando di risolvere a Gaza”, ha poi aggiunto il segretario di Stato americano, precisando che ancora non è chiaro che impatto potranno avere queste esplosioni sulle operazioni di Hezbollah.