Medici Isde ai candidati elezioni Ue: “Impegno a politiche per l’ambiente”

(Adnkronos) – Seguendo i suggerimenti dei ricercatori e degli scienziati che si occupano di salute planetaria, l’Associazione italiana medici per l’ambiente (Isde Italia) chiede ai candidati e alle candidate alle elezioni per il Parlamento europeo “un impegno trasparente e conseguente per promuovere buone politiche mirate a salvaguardare l’ambiente e prevenire le malattie causate dall’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo, nonché dal cambiamento climatico”. Sono questi i principali contenuti dell’evento promosso da Isde Italia in occasione della 23.esima edizione delle Giornate italiane mediche dell’ambiente, presso l’Ufficio del Parlamento europeo in Italia a Roma. 

Gli esperti – riporta una nota – hanno presentato le loro raccomandazioni e proposte per migliorare le politiche ambientali e sanitarie a livello europeo, in base a quanto contenuto nel Manifesto-appello predisposto dall’associazione e nel documento ‘Per realizzare un’Europa forte abbiamo bisogno che i leader non abbiano paura di dare priorità alla salute’, realizzato dalla rete europea ambiente e salute Heal, di cui Isde Italia è il referente per il nostro Paese. “Chiediamo ai candidati europei – afferma Giovanni Ghirga, medico Isde Italia – di impegnarsi attivamente nelle politiche di mitigazione dei danni economici causati dai cambiamenti climatici e dall’inquinamento atmosferico, entrambi principalmente causati dall’uso dei combustibili fossili. Buoni risultati si potranno ottenere promuovendo politiche ambientali più sostenibili, incentivando l’uso delle energie rinnovabili, riducendo le emissioni di gas serra e lavorando per una collaborazione internazionale volta a raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Questo al fine di proteggere la salute dei cittadini, l’ambiente e l’economia agendo in modo proattivo per affrontare le sfide legate ai cambiamenti climatici”. 

Il cambiamento climatico – ricordano gli esperti – produce con sempre maggiore frequenza e intensità ondate di caldo, inondazioni e siccità. Il solo caldo ha causato 61mila decessi nell’estate del 2022 in Europa: bambini, donne in gravidanza e anziani sono i più esposti e i più suscettibili agli effetti sanitari. Per l’inquinamento atmosferico, che ogni anno causa decine di migliaia di morti premature, Isde Italia ritiene necessario che il prossimo Parlamento europeo si adoperi per adottare i nuovi limiti di qualità dell’aria prima delle scadenze attualmente previste, per perseguire il prima possibile l’allineamento dei limiti dell’Ue a quelli proposti dall’Organizzazione mondiale della sanità nel settembre 2021. A tale proposito, Giovanni Viegi, pneumologo ed epidemiologo Cnr, dopo aver illustrato gli effetti sanitari dell’inquinamento atmosferico, ha menzionato il provvedimento sui nuovi limiti accettabili nell’Ue riferendo che “in Italia 175 decessi ogni 100mila abitanti sarebbero evitabili senza i 10 anni di ritardo nel perseguire l’obiettivo di una concentrazione di Pm2,5 di 10 microgrammi/metro cubo”. 

Per contrastare un sistema alimentare basato sugli allevamenti e sull’agricoltura intensivi, Isde Italia ritiene necessario che vengano immediatamente banditi tutti i pesticidi che possono provocare danni alla salute e incentivati la produzione biologica e locale oltre al consumo a filiera corta. Sulla gestione dei rifiuti, gli esperti, per comprendere i costi in gioco di produzione e trattamento e le opportunità di affare per i trafficanti e i gestori illegali, hanno ricordato che solo il 7,2% dei materiali deriva da riciclo di rifiuti. Dal 20 maggio – ricorda la nota – è in vigore il nuovo regolamento che detta norme più severe per la spedizione dei rifiuti che, purtroppo, è esecutiva solo tra 3 anni. Per gli esperti è inaccettabile che malavita e inquinamento prosperino all’ombra dei 35 milioni di tonnellate di rifiuti Ue esportati nel 2023, a cui si aggiungono gestioni illegali interne, oltre allo scarico, nei Paesi destinatari dei rifiuti, dell’impatto ambientale delle economie dei mittenti. 

Secondo Isde Italia, ci sono quasi 35mila aree da bonificare nel nostro Paese – circa 300 mila ettari, 2 volte la provincia di Milano – ma solo circa la metà hanno il procedimento di caratterizzazione e progettazione concluso e appena il 15% ha la bonifica effettuata (fonte Ispra). In Europa sono stimati 342mila siti contaminati: solo il 15% è stato sottoposto a intervento di risanamento ambientale (fonte Iss) e arriva al 14% il numero delle 42 aree di interesse nazionale (Sin) con un progetto di bonifica approvato e al 16% quello con procedimento concluso con esito di ‘non contaminazione’ o con ‘bonifica conclusa’: il resto è da caratterizzare e da bonificare, a danno degli oltre 6 milioni di residenti.  

Inoltre, per l’associazione medica occorre agire con decisione nel contrastare il nuovo rischio planetario derivante dalle microplastiche ormai presenti ovunque, compresa la catena alimentare, producendo gravi rischi per la salute. I recenti provvedimenti Ue in tema di riduzione di imballaggi e delle microplastiche prodotte intenzionalmente non sarebbero sufficienti a contrastare gli effetti ambientali e sanitari. Per questo gli esperti fanno un appello ai professionisti sanitari di tutto il mondo a esortare i delegati a impegnarsi per un Trattato giusto ed equo che rispetti i diritti umani, limiti la produzione di plastica, elimini i prodotti di plastica non necessari, compresa la plastica monouso, dia priorità alla disintossicazione e garantisca la trasparenza dei prodotti e dei materiali in plastica. Infine, è indispensabile tenere conto dei costi esterni, ambientali e sanitari, derivanti dall’inquinamento causato da attività umane non ecologiche.  

(Adnkronos)