(dall’inviata Elvira Terranova) – Condotte fognarie a cielo aperto, sporcizia e immondizia, ma anche condizionatori installati per affrontare il caldo. Ecco la baraccopoli di Messina. Che era nata più di cento anni fa per affrontare una emergenza abitativa. Da oggi, all’Annunziata di Messina, quelle baracche verranno smantellate. Una ad una. “Una delle vergogne del Mezzogiorno”, come l’ha definita la ministra del Sud Mara Carfagna, arrivata questa mattina per assistere al primo colpo di ruspa, guidata dal sindaco Cateno De Luca, felice come un bambino per il traguardo raggiunto. Una sola baracca resterà in piedi. Come simbolo. Quella, realizzata nel 1908, subito dopo il terremoto che distrusse Messina. Pavimenti traballanti e mura umide. E le famiglie costrette a vivere in quel degrado. Con i bambini che giocavano in mezzo al fango.
Maregrosso, Giostra, Tirone, Camaro. Sono solo alcune delle zone dove sono nate le “baracche”. Divenute vere e proprie abitazioni. Residenze stabili. Era, appunto, il 1908, quando un terremoto devastante colpì Messina, uccidendo circa la metà della popolazione mentre il 90% della città crollò. Subito dopo le autorità locali costruirono delle baracche temporanee. Ma che poi diventarono stabili. Oltre seimila persone, adulti e bambini, costretti a vivere in tuguri di fortuna. Oggi, dopo più di cento anni, il momento storico per Messina. Con l’avvio delle demolizioni. Una festa per la città. “Ci tengo moltissimo a essere qui a Messina, ho voluto essere nuovamente qui a distanza di mesi perché penso che la vicenda di messina abbia un valore simbolico per due ragioni. Messina è il simbolo di un modello di governance efficiente. Lo Stato decide, stanza le risorse, il suo rappresentante sul territorio, il prefetto di Stano e la politica attraverso il sindaco Cateno De Luca realizza. E devo dire che sono stati tutti bravissimi perché in soli pochi mesi hanno messo su un sistema efficiente che porterà presto è sta già portando alle prime demolizioni e ai primi ricollocamenti degli abitanti”, ha detto la ministra del Sud Mara Carfagna arrivata a Messina per l’avvio alla demolizione delle baraccopoli.
“La vicenda di Messina è inoltre simbolica perché rappresenta il compito che mi sono data da Ministra del Sud, quello di cancellare le vergogne del Mezzogiorno”, aggiunge.” Le vergogne della baraccopoli a Messina e delle tante altre vergogne che affliggono il nostro mezzogiorno- dice -collegamenti che mancano, le stazioni ottocentesche, gli asili nido che sono carenti. Di tutto questo ci stiamo occupando e abbiamo avviato un lavoro in questa direzione con grande determinazione”.
Il cronoprogramma dovrà essere realizzato in pochi anni con i 100 milioni di euro di finanziamenti stanziati dal governo nell’ambito dei Fondi per lo sviluppo e la coesione e ad altri 100 milioni in arrivo per il Progetto pilota di Messina. Il sindaco Cateno De Luca si occuperà dell’assegnazione delle case reperite nel mercato immobiliare. Nei mesi scorsi sono già stati smantellate le baracche di Case D’Arrigo e Fondo Saccà.
Nei giorni scorsi anche il New York Times ha dedicato ampio spazio alla baraccopoli di Messina. Con il racconto degli abitanti costretti a vivere tra i ratti, tra cui molti bambini. Il sindaco Cateno De Luca, lodato dalla ministra Carfagna per il suo lavoro sulla baraccopoli, avverte: “Ci vorranno due anni per togliere tutte e persone dalle baracche e tre per completare il risanamento. Ormai ci siamo abituati alla giornate storiche, questa amministrazione ha impresso un’accelerata alla strategia del risanamento che non ha pari. Abbiamo posto la questione in ambito nazionale e questo ci ha consentito di avere un provvedimento importante da parte del governo Draghi che ringraziamo, cosi’ come ringraziamo la ministra Carfagna”. “Nell’attesa – prosegue De Luca – che arrivasse questo provvedimento con la nomina del commissario, il prefetto Cosima Di Stani , abbiamo ottenuto oltre 250 milioni di euro di finanziamenti perché abbiamo partecipato a più bandi, e anche questi fondi saranno utili per il risanamento”. Intanto, oggi, la città si gode questo momento storico.