(Adnkronos) – È tutta blindata da carabinieri e polizia la zona intorno al teatro Franco Parenti si Milano, dove si tiene questa sera la conferenza ‘La verità sul conflitto israelo-palestinese’, organizzata dall’associazione 7 ottobre. Tra gli ospiti anche l’ex portavoce del governo israeliano Eylon Levy. Una scelta che non è piaciuta al movimento pro Palestina, che ha organizzato un presidio di protesta in concomitanza con la conferenza. I manifestanti, poche decine, non sono potuti arrivare davanti al teatro, perché la strada è bloccata dalle forze dell’ordine in tenuta antisommossa. “Notiamo una grande presenza delle forze dell’ordine qui oggi, speriamo siano arrivati ad arrestare i criminali di guerra che questa sera sono al teatro Franco Parenti”, ha detto uno dei manifestanti dal megafono. “Di che verità stiamo parlando? La verità di chi si nasconde dietro ad accuse di antisemitismo per nascondere un vero genocidio”, ha aggiunto, riferendosi al titolo della conferenza.
“Oggi a Milano muore un teatro. La cultura e l’arte non sostengono un genocidio”, si legge in uno dei cartelli esposti dai manifestanti pro Palestina in presidio fuori dal teatro.
“La direttrice di questo teatro oggi ha definito questo incontro un dibattito tra palestinesi e israeliani, ma su quel palco non c’è un palestinese, quindi quella è solo propaganda. Oggi a Milano abbiamo un teatro di meno e abbiamo una nuova ambasciata israeliana. Boicottiamo questo teatro”, l’invito rivolto da una manifestante al megafono.
Quindi l’attacco diretto alla direttrice del Parenti, Andrée Ruth Shammah, definita delle poche decine di persone che partecipano al presidio una “buffona”. La conferenza organizzata stasera al teatro Parenti – hanno denunciato al megafono – “è collaborazionismo, complicità e connivenza con un genocidio. Chi ha preso un biglietto per sentire Eylon Levy dovrà prendere un biglietto anche per l’Aia, perché sarà convocato per la nuova Norimberga di questo genocidio”.
“Il teatro Franco Parenti nasce per un dibattito sano. È impensabile che io abbia la polizia a destra e sinistra con gli scudi per approfondire un argomento”, ha detto la direttrice del teatro poco prima dell’inizio della conferenza. “Quelli che hanno annunciato il presidio mi chiedano il teatro e io glielo do. Se hanno delle idee da esprimere le vengano a fare da un palcoscenico in un teatro che dà voce a tutto il dibattito. Che problema c’è?”, si è chiesta Shammah, rifiutando qualsiasi etichetta pro Israele o pro Palestina.
“Non si è filo o contro, non è un derby di calcio, ragioniamo su ciò che sta succedendo e sulle soluzioni. Stiamo cercando di ragionare in una situazione difficilissima”. Secondo la direttrice del teatro ad aver suscitato le polemiche non è tanto il titolo della conferenza, quanto la presenza dell’ex portavoce del governo israeliano Eylon Levy, “ma è stato cacciato dal governo perché è troppo di sinistra”, ha evidenziato Shammah. “Il teatro Franco Parenti fa 900 cose in un anno, di cose a risvolto come questa ne fa il 2%. Ho fatto parlare Zaki, secondo me un teatro è libero di essere quello che è. Non stiamo facendo qualcosa contro qualcuno”, ha ribadito la direttrice.
“Mi sembra assurdo che per una conferenza, per una questione di cultura, si abbia il timore che possa succedere qualcosa nella città di Milano, medaglia d’oro della Resistenza”, ha detto il presidente della comunità ebraica di Milano, Walker Meghnagi, commentando il dispiegamento di forze dell’ordine fuori dal teatro Franco Parenti. “Siamo arrivati a livelli che se non si prendono provvedimenti, non so cosa possa succedere. Le manifestazioni non si possono vietare, ma bisogna tenere conto delle persone che vanno oltre le manifestazioni”, ha aggiunto Meghnagi.