(Adnkronos) – “Con grande orgoglio posso affermare che siamo la prima Autorità di Sistema Portuale a concretizzare il protocollo nazionale dello scorso aprile, con un accordo puntuale che precisa e articola una serie di questioni. Il primo tema è quello della formazione costante del lavoratore perché gli infortuni sul lavoro si evitano prevenendoli e dando ai lavoratori la possibilità di sviluppare la consapevolezza necessaria riguardo una costante metodologia di sicurezza sul lavoro”. Lo ha detto Pino Musolino, presidente della AdSP del Mar Tirreno centro settentrionale, in occasione dell’evento per la sottoscrizione dell’accordo attuativo per la sicurezza nel porto di Civitavecchia, in attuazione del protocollo nazionale tra Inail, Mit e Assoporti dello scorso aprile.
L’accordo darà avvio ad una serie di iniziative per implementare la salute e la sicurezza nel corso delle operazioni portuali che si svolgono nel porto di Civitavecchia e da attuare con il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali e delle associazioni imprenditoriali di categoria del settore portuale e in collaborazione con altre Istituzioni competenti.
“E’ necessario che vi sia: una formazione continua; uno scambio più serrato di dati, di modo che ci sia la possibilità di condurre analisi più puntuali sui fattori di rischio e anche i fattori di mitigazione del medesimo rischio; una condivisione dei trend di rischio all’interno di un database e successivamente di condividerne le buone pratiche, di cui l’Inail può essere il giusto collettore a livello nazionale, nonché la possibilità di fare campagne congiunte di comunicazione e promozione alla cultura della sicurezza sul lavoro dedicata ai lavoratori, agli operatori e agli imprenditori, di modo che riescano a lavorare prevenendo i rischi senza pensarci, in modo quasi inconscio e automatico, grazie a una corretta e sistematica informazione sulla sicurezza. E’ il nostro sogno – precisa Musolino – che forse non si realizzerà al 100%, ma sicuramente il protocollo firmato oggi va in questa concreta e pratica direzione”.
Dai dati Inail emerge che i principali rischi nelle realtà portuali attengono alla movimentazione di merci e alle attività di magazzino, seguiti dalla conduzione di mezzi pesanti e dalla movimentazione di macchine e mezzi operativi sulle navi.
“Sono grato a Inail, prosegue Musolino, per aver perseguito quanto già messo nero su bianco ad aprile. I porti sono pericolosi, non ci si può improvvisare nel lavoro portuale e i ritmi non consentono di avere margini di approssimazione. E’ necessario applicare le norme italiane al 100%: il controllo molto spesso è un elemento che viene interpretato come fastidioso, in quanto può rallentare il lavoro, così come l’ispezione può far perdere un po’ di tempo, ma nell’ipotetico caso in cui qualcuno si faccia male, quel controllo avrebbe potuto prevedere l’incidente – sottolinea Musolino – quindi l’obiettivo è quello di fattorizzare quel tempo che può sembrare economicamente perso, come un elemento utile alla tutela della salute”.
Il presidente chiude l’intervento con una provocazione: “Vorrei che il modello italiano ed europeo per la tutela del lavoratore venisse adottato anche dagli altri paesi, non che il nostro paese regredisca in termini di diritti e sicurezza del lavoratore in virtù di una maggiore velocità, altrimenti togliamo le misure di sicurezza, ma poi non lamentiamoci se accade una tragedia”.