Referendum eutanasia, Cappato: “Superate 800mila firme”

“La raccolta continua, abbiamo superato le 800 mila firme, ma andiamo avanti, prima di tutto, per dare la possibilità a chi lo vuole fare di firmare. E poi perché questi tavoli, gestiti da tanti volontari, sono diventati tavoli di informazione, di conoscenza sul fine vita, sul testamento biologico, le sedi da marciapiede dell’Associazione Luca Coscioni”. Lo dice all’Adnkronos Marco Cappato, parlando del referendum sull’eutanasia legale. E rilancia: “Dal 6 al 12 settembre stiamo organizzando una mobilitazione in tutta Italia”. 

A chi, come Mario Adinolfi del Popolo della famiglia, sostiene che il quesito è inammissibile e che comunque servirà una legge, Cappato risponde: “Persino Avvenire oggi ammette che è ammissibile. La Costituzione è chiara, e lo confermano giuristi come Ainis, Buggiotto e Zagrebelski. Dopodiché, naturalmente, il referendum è solo abrogativo. E’ chiaro che sarà necessaria una legge. Nessun quesito può definire il risultato dell’abrogazione. Sarebbe più utile accettare di discutere nel merito piuttosto che nascondersi dietro a questioni da azzecca garbugli”. 

“Il referendum -prosegue il tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni- pone una scelta tra l’indisponibilità della vita e il principio dell’autodeterminazione individuale. Se un medico in Italia facesse quello che può fare oggi un medico in Belgio, Olanda, Lussemburgo, cioè aiutare chi lo chiede a morire, sarebbe condannato a 15 anni per omicidio del consenziente. Questo quindi è un referendum sull’eutanasia, perché mira a rimuovere quella parte del codice penale che prevede quella fattispecie di reato inserita nel 1930”. 

“Chi sostiene che per una materia come questa ci vorrebbe una legge, non è a noi che si deve rivolgere. Sono passati 8 anni -prosegue- da quando abbiamo depositato la proposta di legge sull’eutanasia legale, corredata da 140 mila firme. Di certo non aspettiamo senza fare nulla, di fronte alla condizione di sofferenza e tortura subita da migliaia di persone per inadeguatezza delle leggi”. 

C’è pure chi ha parlato di eugenetica, ma Cappato non ci sta: “E’ un termine che viene di solito utilizzato per definire le pagine più nere della storia dell’umanità. Se sterminare in un campo di concentramento delle persone viene equiparato all’aiuto a morire di un malato terminale diventa impossibile un confronto, è solo un insulto”. 

Nei giorni scorsi il senatore leghista Pillon ha fatto riferimento al giuramento di Ippocrate. “Sono passati 2400 anni. La medicina moderna rifiuta il paternalismo medico. Lo stesso codice di deontologia -aggiunge Cappato- è già stato modificato come conseguenza della sentenza della corte di cassazione sul mio processo”, quella del 2019 per ‘istigazione al suicidio’, per aver portato a morire in Svizzera DjFabo. 

Ma se il Parlamento legiferasse? “Il referendum ci sarebbe lo stesso -spiega Cappato- perché il testo depositato in commissione giustizia, ammesso che venisse approvato così com’è, riguarda l’articolo 580 del codice penale, quello sull’istigazione al suicidio, mentre il quesito è sul 579, l’omicidio del consenziente. Anzi, a maggior ragione ci sarebbe, perché servirebbe a eliminare la discriminazione che subirebbe chi non si può dare la morte da solo, perché impossibilitato”. 

(Adnkronos)