(Adnkronos) – La Rai “avrà le sue buone ragioni, noi siamo dei dipendenti obbedienti e rispettiamo gli ordini, pur talvolta non capendoli. Io sono a Mosca e constato che ci sono altre testate internazionali che hanno ricominciato ad operare già da tempo, e sono tantissime, dalla Bbc a France Press, Associated Press, Washington Post, giapponesi, indiani, arabi, cinesi. La Rai no”. A dirlo all’Adnkronos, raggiunto telefonicamente a Mosca, è Marc Innaro, capo dell’ufficio di corrispondenza Rai nella capitale della Federazione russa, ufficio -per il momento- ancora sospeso dalle sue funzioni.
Stamane, i corrispondenti esteri del servizio pubblico hanno diramato, tramite l’Usigrai, una nota in cui “condannano fermamente” lo stop del servizio da Mosca. “Per me questo stop è una lacuna grave -spiega Innaro- anche perché come presidi stabili di corrispondenza della stampa italiana a Mosca siamo rimasti solo in due, la Rai e l’Ansa”. Il giornalista osserva: “Se un nemico c’è, e tale si dice che sia in Italia e in Occidente, varrebbe la pena di conoscere cosa pensa, e cosa dice. Con tutti i limiti che potrebbero venire dalla nuova legge, ma intanto proviamo a capire e a raccontare”. Se esistano ‘pressioni’ su questa decisione da parte della Rai “non ho idea, io sono sul fronte orientale, e al momento so solo che mi si chiede di non operare, quindi di non fare il mio lavoro”, spiega.
E sulla decisione cautelativa della Rai, dovuta all’entrata in vigore sul territorio della Federazione Russa di nuove norme che restringevano fortemente le libertà di stampa per chiunque operasse nel settore dell’informazione in lingua russa, Innaro scandisce: “Che mi caccino i russi, non c’è problema. Sono abituato a lavorare in contesti difficili, sono il più longevo corrispondente italiano in assoluto, so bene come mi devo muovere”. Intanto, l’ufficio è attualmente in ‘standby’, in attesa di ricevere istruzioni cosa fare: “Qui tutto il personale è in servizio, facciamo lavoro di archiviazione, selezione, pronti a ripartire. E’ un intervallo tra il primo e il secondo tempo, speriamo non duri ancora troppo a lungo”, conclude.