(Adnkronos) – Il presidente russo Vladimir Putin ha definito ”completata” la mobilitazione parziale che aveva deciso per aumentare il personale da inviare a combattere in Ucraina. Citato dall’agenzia di stampa Ria Novosti, Putin ha detto che discuterà con gli avvocati la necessità o meno di emanare un decreto per dichiarata completata la mobilitazione. Intanto, la posizione della Russia sui negoziati con l’Ucraina non cambierà e la buona volontà di Mosca è immutata: “Aspetteremo, forse matureranno alcune condizioni necessarie, e la nostra buona volontà è nota, non è soggetta ad alcun cambiamento e dubbio”, ha detto Putin.
La Russia, ha aggiunto il presidente Putin, non ha deciso di uscire definitivamente dall’accordo sull’esportazione del grano raggiunto il 22 luglio a Istanbul, spiega ancora l’agenzia di stampa Ria Novosti. ”La Russia ha fatto un accordo sui cereali per aiutare i Paesi più poveri, ma il 35 per cento di quei cereali va ai Paesi dell’Unione europea e solo un 3-5 per cento a chi ne ha davvero bisogno”, ha spiegato Putin.
Al colosso russo Gazprom, ha aggiunto il presidente russo, è stata concessa l’autorizzazione a esaminare i luoghi dove si sono verificate le esplosioni che hanno colpito i gasdotti di Nord Stream nel Mar Nero. In precedenza la Russia aveva contestato il mancato coinvolgimento nelle indagini sulle esplosioni.
Sul fronte gas, ha continuato Putin, un hub in Turchia può essere costruito ”abbastanza velocemente”. “Sono sicuro che verranno firmati contratti sul gas, ci sono molti in Europa che lo vorranno”, ha aggiunto.
“Ci sono sempre acquirenti di gas. Questo prodotto è molto richiesto nel mondo. E’ l’idrogeno più ecologico e una fonte di energia primaria ideale per il periodo di transizione verso l’energia verde”, ha detto Putin in una conferenza stampa a seguito di un incontro trilaterale con il primo ministro armeno Nikol Pashinyan e il presidente azerbaigiano Ilham Aliyev a Sochi. “So che ci sono molti consumatori. E ci sono anche molti che vogliono comprare gas russo”, ha aggiunto.
Intanto, Yerevan e Baku non hanno ancora firmato alcun accordo di pace, ha dichiarato il presidente russo spiegando che il testo dell’accordo di pace è allo studio delle parti per cercare di giungere a compromessi. “Il trattato di pace non esiste ancora ed è ancora prematuro parlare delle componenti principali di questo documento poiché in fondo questo è oggetto di compromessi”, ha detto Putin. I compromessi, ha aggiunto citato dalla Ria Novosti, ”devono essere raggiunti da entrambe le parti attraverso la mediazione, se entrambe le parti lo vogliono”.
STOP ALLA MOBILITAZIONE PARZIALE – Sono quindi terminate tutte le operazioni relative alla mobilitazione parziale, ad annunciarlo stamane il ministero della Difesa di Mosca. I punti di raccolta dei riservisti verranno quindi chiusi e le postazioni riportate al loro precedente utilizzo, prosegue il ministero. Gli ufficiali militari ai quali era stato affidato il compito di gestire le operazioni di mobilitazione parziale dovranno rientrare nei loro compiti abituali, prosegue la nota.
Il ministero della Difesa russo ha quindi spiegato che ”sono sospese la preparazione e la consegna delle citazioni in giudizio” per coloro che si sono sottratti alla mobilitazione generale in quella che Mosca definisce ”l’operazione militare speciale” in Ucraina. E spiega che ”in futuro, il lavoro dei commissariati militari per il reclutamento delle forze armate della Federazione Russa sarà organizzato solo accettando volontari e candidati al servizio militare in base al contratto”.
”Le stazioni e le sedi di allerta, i punti di raccolta per i cittadini dei commissariati militari, nonché gli edifici e le strutture utilizzati per misure di mobilitazione parziale, tornano al loro scopo precedente”, prosegue la nota. ”Inoltre, secondo le istruzioni, a partire dal 31 ottobre di quest’anno è ordinato il rientro di tutto il personale dei commissariati militari coinvolti nella mobilitazione parziale”, in modo che possano tornare a ”svolgere i loro compiti come di consueto”.