Vaccino 5-11 anni, Sileri: “Non ci sarà Green pass e obbligo vaccinale”

Dopo via libera ieri dell’Aifa al vaccino anti-Covid per 5-11enni, “non ci sarà nessun Green pass per la fascia di età pediatrica, questo è sicuro. Non c’è un obbligo vaccinale. Vi è stato l’ok di Ema e Aifa, dopodiché il vaccino sarà disponibile, i percorsi per procedere alla vaccinazione sono gli stessi che già esistono, ovviamente con delle corsie differenziate e un approccio diverso perché la vaccinazione nell’età pediatrica è più delicata anche a livello di comunicazione e di accortezze, servirà in molti casi anche più dialogo con i genitori”. Lo ha precisato Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute, intervenuto a ‘L’Italia s’è desta’ su Radio Cusano Campus. 

“Se ci fosse il vaccino per i bambini di due anni io a mio figlio che ha due anni lo farei senza dubbio. Capisco le preoccupazioni dei genitori, ma c’è la massima libertà, non è obbligatorio, poi ovviamente io da medico consiglio di farlo”, ha aggiunto Sileri. “I bambini che si infettano hanno sicuramente meno complicanze rispetto agli anziani, ma esiste un rischio di malattia grave anche nella fascia pediatrica e un rischio del 10-15% di un long covid del quale non sappiamo la durata – ha affermato Sileri – Paura per gli effetti del vaccino a lungo termine? Sono supposizioni senza alcuna base scientifica. Mentre invece ha una base scientifica la protezione che danno questi vaccini per qualunque fascia di età nei confronti di un virus mutevole che dà complicanze nell’immediato e anche a distanza, con il long covid. Miocarditi e pericarditi sono molto più frequenti con il covid rispetto ai casi rari di effetti collaterali del vaccino. Il vaccino ai bambini è un’arma in più a disposizione – ha concluso – è chiaro che più persone si vaccinano più questo aiuta nel controllo del virus, ma i bambini dovrebbero essere vaccinati per proteggere i bambini stessi”.  

Commentando il caso del passeggero di rientro dall’Africa presente sul volo Roma-Alghero atterrato domenica in Sardegna e risultato positivo al covid, Sileri spiega che “serve una strategia comune. L’Italia bloccando i voli rallentano l’ingresso diretto della variante, ma in una strategia comunitaria dovrebbero essere messe in atto delle strategie similari per limitare l’entrata di questa variante in Europa. La strategia del blocco dei voli serve a rallentare l’ingresso, non possiamo portare a zero i rischi. Rallentare l’ingresso consente di attuare nel frattempo quelle strategie che consentono una difesa” 

 

(Adnkronos)